Ecco come nasce una fiaba dentro l’obiettivo di Tappari

«Non mi definisco un fotografo, semmai un corniciaio. Con i miei scatti metto una cornice intorno alla realtà, rivelando ciò che altrimenti passerebbe inosservato. Il mondo è ricco di storie. Bisogna solo cercarle. Per i bambini è un’attività naturale. Gli adulti hanno perso l’abitudine a farlo. I miei lavori vogliono essere uno stimolo per entrambi a tenere in allenamento la fantasia». Così Massimiliano Tappari illustra la mostra Spunto di Vista, che riunisce circa cento dei suoi lavori, tra foto, mini-istallazioni, bozzetti e «tipografia fantastica», alla Casina di Raffaello fino al 9 marzo. In anni di attività, al ritmo di una foto al giorno - «esercizio di creatività» - Tappari ha riunito un’interessante galleria di foto-storie. Alcune illustrate da una sequenza di scatti, come Coffee break, fiaba sulla libertà composta con le diverse parti di una caffettiera, dal beccuccio-uccello alla base-lago. Altre sintetizzate in un’unica foto, che, in mostra, diventano un susseguirsi pressoché ininterrotto di visioni surreali. Così una pera si fa piccione. La manica di una giacca si rivela un gufo. Le finestre sono pittrici di paesaggi. I lavandini fanno versi e le case sorridono. Le buste hanno espressioni felici o tristi a seconda del messaggio che contengono. Le insegne luminose sono didascalie dell’orizzonte. Semafori e segnaletica mostrano i loro aspetti comici. Ogni sala dell’esposizione è dedicata a un tema e a un’attività. Dove sono conservati gli scatti sulla natura, le finestre sono dotate di fori adesivi per «inquadrare» il paesaggio circostante. Nella stanza delle «parole chiave», macchine da scrivere sono a disposizione di baby-romanzieri.

In quella della lavagna luminosa sono allestiti pannelli destinati ad una mini-mostra di scatti realizzati dai bambini. Il percorso si chiude con la performance di fiabe raccontate usando un proiettore e pochi oggetti di uso comune, a partire da due chiavi che, sotto gli occhi degli spettatori, si trasformano in misteriosi castelli.

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