MontecarloLo Yacht Club de Monaco, avrà una nuova sede, ricavata nella parte opposta a quella attuale, una costruzione avveniristica destinata a cambiare larchitettura stessa del grande Port Hercule e a diventare simbolo del Principato negli anni a venire. Una sfida avvincente ma complessa quella di Alberto II (è anche presidente dello Yacht Club de Monaco). Un progetto ambizioso firmato dal londinese Norman Foster con la collaborazione dellarchitetto monegasco Alexandre Giraldi, la Direzione dei Lavori pubblici di Monaco e la Società di costruzioni monegasca Engeco. Unimpresa anche onerosa, ma indispensabile per catapultare Monte-Carlo nel ruolo di futura capitale dello yachting mondiale.
I lavori del nuovo Yacht Club de Monaco sono iniziati da circa due anni e linaugurazione, slittata di qualche mese per alcuni problemi riguardanti gli scavi, dovrebbe avvenire nel 2013.
Come sarà il nuovo Yacht Club? Lo abbiamo chiesto ad alcuni dei protagonisti principali di questa straordinaria impresa: il ministro dellUrbanistica e dellAmbiente del Principato, Gilles Tonelli, il direttore generale dello Ycm, Bernard DAlessandri, e Patrick Campbell del Cabinet Foster di Londra.
«Un simbolo di Monte-Carlo - doce il ministro Tonelli - una costruzione di straordinaria architettura realizzata nel rispetto dellambiente, un vero colpo docchio per chi arriverà nel Principato di Monaco via mare o via terra. La nuova sede, infatti, sarà situata giusto sotto il Carré dOr (il quartiere più elegante di Monaco), in pieno circuito di Formula1. Lintera struttura avrà 150 parcheggi disposti su 2 piani».
Patrick Campbell ci parla di architettura e design: «Il nuovo Ycm - dice - è stato progettato per essere una città galleggiante come un avveniristico transatlantico lungo 200 metri e alto 28, con terrazze esposte al sole, piscina, deu ristoranti, un salone donore per le feste e le premiazioni, una biblioteca e la club house, oltre alla parte commerciale costituita da boutiques, sale riunioni e alcune cabine vip riservate agli ospiti donore. Must delledificio una grande scalinata interna che collegherà tutti i cinque piani allo scopo di far incontrare soci e ospiti in piena privacy. Per il design abbiamo tenuto conto della tradizione del luogo, usando materiali naturali, ma esclusivi per un risultato che si preannuncia straordinario».
Infine Bernard Dalessandri parla dellaspetto puramente sportivo del club: «Un progetto faraonico- dice - Sulla baia antistante troverà posto anche la Scuola di Vela e il Club Canottieri, ma soprattutto una grande opera da lasciare in eredità alle generazioni future. Proprio da questa nuova opera sul mare e per il mare Monaco vuole lanciare la sua sfida.
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