(...) San Giacomo, Santi Andrea e Ambrogio, rivolgendosi direttamente ai fedeli, sottolineano innanzi tutto «lo spirito che anima» liniziativa: «Uno spirito di carità nella verità. È indispensabile - spiegano - saper dire le cose come stanno, nel pieno rispetto di ogni persona, ma anche nella luce della Verità, che ci illumina e ci fa dare alle cose il giusto nome». Già nello scorso anno, «a maggio - ricordano i sacerdoti, don Alfonso Carrea, padre Giacomo Pala, don Giuseppe Sapori, don Valentino Porcile e Padre Andrea Caruso - avevamo reso nota in una lettera indirizzata alle istituzioni la nostra posizione: ogni religione ha diritto a un luogo di culto, ma la costruzione e lapertura di un luogo di culto non è una semplice formalità burocratica ed edilizia, e la localizzazione di questa nuova costruzione è del tutto problematica». Per questo, i parroci avevano chiesto al sindaco di «rivedere la questione in una visione più ampia, richiesta caduta nel vuoto». Ora, si impongono ulteriori considerazioni: «In linea di principio, non saremo mai contro lapertura di un luogo di culto. Ma una moschea non è solo un luogo di culto - insistono i sacerdoti - ma un luogo dove la comunità si raduna per affrontare tutto ciò che la riguarda, dalle questioni sociali a quelle culturali e politiche». Perché una realtà di peso sociale così evidente è stata ridotta a a pratica semplicemente amministrativa, perché non si è tenuto conto del valore di via Coronata, che conduce moltitudini al santuario omonimo, al cimitero, alla mensa dei poveri, al Sorriso francescano, allIstituto San Raffaele? E perché il Comune non ha proposto unalternativa? La conclusione è in tono: «È nostro dovere informare le persone e formare le coscienze, non è nostro compito fomentare, tanto meno organizzare manifestazioni a favore o contro la moschea. Facciamo appello perché la soluzione non venga cercata nella contrapposizione, tanto meno nella violenza, e che questo momento sia occasione per rafforzarci e crescere nella coscienza cristiana, nella fede e nella testimonianza del Vangelo».
Fra i più energici a contestare moschea e arcivescovo di Genova ci sono i leghisti, a cominciare dal segretario regionale Francesco Bruzzone. «Mi meravigliano le dichiarazioni di Sua Eminenza il Cardinale Bertone» sbotta intanto il segretario provinciale, Bruno Ferraccioli. Che precisa: «Non è possibile equiparare la religione islamica ad altre sette cristiane quali gli Evangelici, i Mormoni o i Testimoni di Geova che peraltro sono stati fino a poco tempo fa duramente combattuti dalla Chiesa.
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