Ecco la priorità di Bersani per convincere gli anti Cav: "Legge su conflitto d'interessi"

Mentre la sinistra occupa Sanremo, Bersani invoca il conflitto d'interessi per ricompattare gli anti Cav. Altro che misure per abbassare le tasse, ecco le priorità del Pd

Ecco la priorità di Bersani per convincere gli anti Cav: "Legge su conflitto d'interessi"

In ogni campagna elettorale la proposta che ricompatta il popolo degli anti berlusconiani è sempre la stessa: una legge contro il conflitto d'interessi. Lo avevano promesso a suo tempo sia Romano Prodi sia Walter Veltroni, lo promette a questo giro Pier Luigi Bersani. Un mantra ancestrale per rinsaldare l'antico patto che unisce la sinistra nell'odio comune contro Silvio Berlusconi. Uno slogan facile facile che, a dispetto di una Rai politicizzata a sinistra, dipinge il Cavaliere come il grande manovratore delle reti italiane. Il miraggio di una legge che uccide il libero mercato e imbrogli il leader del Pdl è l'asso nella manica che questa mattina ha calato il segretario del piddì in un messaggio all’associazione Articolo 21.

È solo una questione di priorità. Per ogni nuovo governo è così. Lo è stato per Mario Monti che, appena si è insediato a Palazzo Chigi, si è inventato l'Imu per andare a tassare i beni immobiliari. Lo stesso è per Silvio Berlusconi che, ieri, ha chiarito che tra i primi provvedimenti che intende approvare in caso di vittoria ci sono l'abolizione dell'Imu sulla prima casa, il rimborso dei soldi versati nella rata dell'anno scorso e le misure per favori l'ingresso dei giovani nel mondo dei lavori. Lo stesso è per Bersani assicurando che "un provvedimento sul conflitto di interessi sarà tra le prime leggi da approvare". La mossa di Bersani è tesa a ricompattare il popolo degli anti Cav che, complice lo scandalo su Mps, ha abbandonato Bersani per abbracciare le proposte del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e di Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia. È, infatti, bastato l'appello del segretario piddì per mettere d'accordo tutti quanti. Il leader del Fli Gianfranco Fini ha subito sottoscritto un patto comune su conflitto interessi, antitrust, autonomia della televisione pubblica e libertà della rete chiedendo che "la legislazione italiana raggiunga gli standard europei nel campo delle garanzie per una corretta e pluralistica comunicazione giornalistica". All’iniziativa hanno subito aderito candidati dei diversi schieramenti politici. Tra questi Corradino Mineo (Pd), Andrea Olivero (lista Monti),Massimo Donadi, Franco Latorre, Flavia Perina, Fabio Granata e Ilaria Cucchi. In "totale sintonia" con Bersani, anche Bruno Tabacci: "Questa volta non succederà come nel 1996, la legge sul conflitto di interessi si farà e sarà uno dei primi provvedimenti del nuovo Parlamento".

Il candidato del Pd Piero Grasso assicura che il provvedimento verrà formulato addirittura entro i primi cento giorni di governo. Quello che ha in mente la sinistra, lo si capisce piuttosto bene dalle parole dell'ex procuratore nazionale anti mafia, è una legge cucita su misura per colpire Berlusconi. "Chi fa politica deve fare il bene degli altri, non il proprio - ha tuonato Grasso - è intollerabile, ad esempio, che gli avvocati di Berlusconi al mattino lo difendano nelle aule di udienza e di pomeriggio propongano norme ad personam nelle aule parlamentari, sempre a spese dei contribuenti". Insomma, mentre l'Italia affonda in una spirale recessiva e patisce il peso eccessivo della pressione fiscale, la sinistra mette al primo posto la revisione della legge Gasparri e una riorganizzazione della televisione pubblica.

Un proposito che suono alquanto ridicolo se lanciato in piena campagna elettorale quando è sotto gli occhi di tutti come la stragrande maggioranza dei talk show siano ad appannaggio della sinistra. Lo stesso Festival di Sanremo, che andrà in onda a ridosso delle elezioni, sarà okkupato da ospito fazioni che, dal palco dell'Ariston, faranno comizi in favore dell'asse Bersani-Vendola.

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