Ecco come puntare sulla Borsa riducendo i rischi

Le famiglie italiane sono tornate ad affacciarsi alle Borse internazionali per sfruttare la ripresa dei mercati attesa nei prossimi anni. A confermarlo sono i dati di Assogestioni, l’associazione che raccoglie l’industria del risparmio gestito italiano, che a settembre ha fotografato la ripresa dei fondi azionari in termini di raccolta. La crisi tuttavia ha reso ancora più evidente che investire può essere molto rischioso, soprattutto per i piccoli risparmiatori poco esperti. Il primo antidoto per ridurre i pericoli è «diversificare» il portafoglio sia sotto il profilo temporale sia della tipologia di investimento. Acquistare azioni è infatti per sua natura di norma più rischioso che sottoscrivere obbligazioni o Titoli di Stato.
Ecco perché i fondi e gli Etf, i fondi passivi che replicano l’indice cui sono agganciati, rappresentano una valida alternativa per i piccoli risparmiatori. I fondi permettono infatti di investire su un elevatissimo numero di azioni, obbligazioni o altri strumenti finanziari e quindi di attutire il contraccolpo anche davanti a una crisi generalizzata. Una scelta ragionata non può però prescindere da un’attenta analisi delle proprie esigenze e tenere presente che il risparmio gestito ragiona con logiche di medio-lungo periodo. Il risultato finale dipende poi dalla bravura del gestore; prima di acquistare un prodotto è quindi fondamentale confrontare le numerose proposte disponibili sul mercato, senza limitarsi a quelle della banca sotto casa.
In ogni caso i fondi sono prodotti «trasparenti», le cui quotazioni sono facilmente verificabili dal singolo risparmiatore anche con cadenza quotidiana. Hanno un patrimonio separato da quello della società che li gestisce e sono tenuti sotto osservazione sia da Consob sia da Banca d’Italia. I fondi si dividono in molte categorie (per esempio azionari, obbligazionari, flessibili, bilanciati e monetari) e specializzazioni geografiche, ognuna di queste caratterizzate da diversi livelli di rischio e prospettive di rendimento. Per quanti cercano una maggiore tranquillità, ci sono poi le cosiddette formule «a capitale garantito» o a «capitale protetto».
I fondi a capitale «garantito» assicurano, fin dal prospetto informativo o dal regolamento, la restituzione a una data prefissata del nominale versato al collocamento, indipendentemente dall’andamento dei mercati. Si tratta tuttavia di prodotti che proprio perché sono molto prudenti nella gestione spesso non sono in grado di raggiungere guadagni marcati, anche nel caso di una rincorsa delle Borse. I fondi a «capitale protetto» utilizzano, invece, particolari tecniche di gestione, appositamente calibrate per cercare di restituire al sottoscrittore perlomeno il capitale versato: per esempio potrebbero dedicare la quasi totalità del portafoglio a titoli zero coupon, destinati a rivalutarsi con bassissimo rischio, e la percentuale residua a opzioni di investimento molto speculative.
Per sottoscrivere un fondo di investimento ci si può rivolgere alla propria banca di fiducia, sia essa un istituto tradizionale o gruppo online, oppure affidarsi a una rete di promotori. Chi si affida ai promotori privilegia il fatto di essere seguito da un esperto che lo guida nelle proprie scelte di investimento, le banche online consentono tuttavia spesso di risparmiare sulle commissioni. Pioniere del low cost anche nel mondo dei fondi è stata Ing Direct, la banca del gruppo olandese che ha inventato il Conto Arancio. Ai risparmiatori che vogliono stare più tranquilli e al contempo desiderano cogliere la possibile ripresa dei listini, Ing Direct propone «Borsa Protetta Arancio». Il fondo, che consente di proteggere il capitale investito anche nel caso di un nuovo crollo delle Borse, è legato al DjEurostoxx50. Borsa Protetta Arancio consente poi all’investitore di conoscere in anticipo il rendimento o la perdita massima sostenibile. Se dopo un anno la performance dell’indice di riferimento sarà positiva o anche negativa fino al -25%, i clienti avranno infatti un rendimento fisso del 4,60%. Se l’indice avrà invece perso più del 25%, i clienti avranno comunque la protezione del 75% del capitale.

Al termine di ogni anno ci sono tre possibilità: mantenere l’investimento (reinvestendo il capitale e l’eventuale rendimento ottenuto per un ulteriore anno alle nuove condizioni), effettuare un investimento aggiuntivo oppure chiedere il rimborso e uscire dal fondo. Chi desidera disinvestire prima della cadenza annuale può farlo settimanalmente ai valori di mercato. L’investimento minimo è di 100 euro.

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