Un «atto di responsabilità» in vista della Newco. Ma anche una decisione inevitabile, presa l'ultimo giorno utile. Ieri è stato raggiunto l'accordo al tavolo tra Alitalia e sindacati al ministero del Lavoro sul nuovo round di cassa integrazione straordinaria. Firma arrivata proprio nel giorno in cui scadeva la prevedente Cigs.
L'intesa prevede la cassa integrazione a rotazione per 1.075 lavoratori, di cui 75 comandanti piloti, 320 assistenti di volo e 680 del personale di terra. Nella precedente cassa inverale i lavoratori coinvolti erano 1.360, hanno spiegato i sindacati che hanno firmato l'intesa, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti. La cassa scadrà il 31 dicembre prossimo «contrariamente a quanto aveva inizialmente richiesto l'azienda, che avrebbe voluto prolungarla fino a marzo 2020», aggiungono i rappresentanti dei lavoratori Alitalia. L'anticipo della scadenza a dicembre è stato richiesto dalle sigle dei dipendenti Alitalia «per ottenere finalmente certezze» sul piano industriale.
Si tratta di «un accordo di responsabilità in vista della newco», ha spiegato Fabrizio Cuscito, segretario nazionale della Filt Cgil. «Ora il governo - sottolineano le tre organizzazioni sindacali - deve fare la propria parte, assumendosi le responsabilità con un piano di vero rilancio della compagnia, che consenta la piena occupazione». Positiva anche la valutazione del segretario nazionale Ugl trasporti Francesco Alfonsi. Non hanno firmato le sigle autonome Anpac e Anpav.
L'accordo arriva a tre settimane dalla scadenza del 15 ottobre, termine ultimo per la presentazione delle offerte per la nuova Alitalia. Per i sindacati è il segnale di una schiarita sui destini della compagnia. Ottimista il governo. Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, in continuità con Luigi Di Maio, ha assicurato: «Noi non ci accontentiamo di salvare Alitalia, ma vogliamo rilanciarla». Ma non mancano le incertezze. La cordata capeggiata da Fs, guidate dall'ad Gianfranco Battisti, è ancora da definire, il terremoto ai vertici di Atlantia non aiuta. Nei giorni scorso il premier Giuseppe Conte aveva auspicato una partecipazione da parte del vettore statunitense Delta superiore al 10%. Ieri il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera ha spiegato che i potenziali nuovi soci «saranno parte del pacchetto finale». Anche la quota del Tesoro, che dovrebbe essere limitata al 15%, insomma, è ancora da decidere.
«Le varie parti: Delta, Atlantia e Ferrovie stanno discutendo per individuare una quadra», ha aggiunto Rivera spiegando che il sesto rinvio è stato deciso perché c'è l'aspettativa al Mise che i partner industriali trovino l'accordo.
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