Alitalia, in cassa le prime quote

Il via libera arrivato nella notte all'aumento di capitale di Alitalia non basta a mettere in sicurezza la società. Per questo, i soci italiani più forti (Colanninno, Benetton, Intesa Sanpaolo) starebbero accelerando la partita e già oggi potrebbero iniziare a versare nelle casse della compagnia le rispettive quote dell'aumento (circa 20-25 milioni), mentre per Intesa si parla di un impegno massimo fino a 76 milioni e di un anticipo di 50 milioni. D'altra parte, la situazione finanziaria e politica è più che delicata. Da una parte perché, secondo quanto emerso dal cda di lunedì, Alitalia allo stato attuale vale appena 50 milioni di euro. E, in seconda battuta, perché sale ora dopo ora il pressing di Bruxelles. Dopo le formali accuse mosse da British Airways - che considera l'intervento di Poste Italiane in Alitalia con 75 milioni un aiuto di Stato - ieri il portavoce del commissario alla Concorrenza, Joaquin Almunia, ha gelato il governo italiano:«Il semplice fatto che una misura a favore di un'impresa venga da un'impresa pubblica e non da uno Stato - ha spiegato - non basta a escludere che si tratti di un aiuto di Stato». Con questa spada di Damocle sulla testa, il gruppo cerca conunque di tirare dritto e accelerare i versamenti di capitale: secondo quanto deciso lunedì in assemblea, al 16 novembre ci saranno in cassa 300 miloni di aumento e linee di credito per 200 milioni. Intanto, sul fronte «politico», Alitalia ha schierato in prima linea Massimo Sarmi, manager di lungo corso apprezzato sia a destra sia a sinistra e, quindi, perfettamente in linea con il nuovo governo che (con Bruxelles alle porte) deve, (nella forma) prendere le distanze dalla trattativa.L'ad di Poste che si è impegnato nel salvataggio della compagnia garantendo 75 milioni, è volato ieri a Parigi insieme a Gabriele Del Torchio per incontrare i vertici di Air France-Klm, azionista al 25% di Alitalia. L'obiettivo è costruire con i francesi un piano industriale credibile e che convinca Parigi a fare la sua parte nell'aumento (75 milioni). Questo potrebbe comunque sacrificare sull'altare della trattativa gli asset italiani della compagnia. Tanto che, al di là delle voci circolate nelle ultime settimane, ieri fonti vicine al governo hanno parlato di un piano allo studio che prevede «la riduzione della flotta con il taglio di 50-60 aerei di medio raggio e di 1.000 gli addetti solo tra il presonale bordo». Tornando all'aumento di capitale, in base al valore attribuito alla società, la quota di spettanza delle Poste sarà del 16,8 per cento. Della partita dovrebbero poi essere anche i suddetti soci forti, Atlantia (8,86%), Immsi (7,1%) e Intesa Sanpaolo(8,9%) mentre sembrano defilarsi Gavio, Riva e Fonsai, assenti anche in assemblea. In forse Toto (5,31%).

Tra un mese, dopo l'aumento, l'azionariato del gruppo sarà ampiamente ridisegnato e il consiglio è pronto a dimettersi. Nel cda, Sarmi avrà di sicuro un ruolo di rilievo, anche se fonti a lui vicine escludono un impegno ai vertici.

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