Nonostante una raccolta mensile negativa per 3,9 miliardi di euro, il patrimonio dell'industria italiana del risparmio gestito ha chiuso il mese di aprile al suo massimo storico di 2.172 miliardi. Questo ingente patrimonio in gestione risulta per metà in fondi (1.082 miliardi) e per l'altra metà in gestioni di portafoglio (1.089 miliardi). I flussi di raccolta mensili hanno penalizzato però soprattutto i fondi (-2,86 miliardi), mentre le gestioni di portafoglio hanno accusato riscatti per 1,04 miliardi, 637 milioni dei quali defluiti dalle gestioni per il pubblico retail e altri 403 dalle gestioni per investitori istituzionali. Entrando più nello specifico dei fondi comuni, si nota che le preferenze dei risparmiatori italiani ricalcano esattamente quelle espresse a marzo: mentre il saldo mensile di raccolta netta resta positivo per i bilanciati (251 milioni) e per gli obbligazionari (419 milioni), continua ad essere in profondo rosso per i fondi azionari ( -739 milioni), i flessibili (-1,3 miliardi) e i monetari (-1,8 miliardi). A livello patrimoniale, in virtù delle sottoscrizioni incassate il mese scorso e grazie agli andamenti dei mercati finanziari, a fine aprile i fondi obbligazionari potevano contavano su 389,6 miliardi (pari al 38,1% del totale), seguiti dai fondi flessibili con 253,8 miliardi (24,8%), dagli azionari con 225,3 miliardi (22,0%), dai bilanciati con 117,1 miliardi (1,5%) e dai monetari con 33 miliardi (3,2%). Per quanto riguarda invece il confronto tra i fondi di diritto italiano e quelli esteri, questo mese entrambi hanno accusato una prevalenza di deflussi con i primi che hanno registrato un saldo negativo per 1,89 miliardi e quelli esteri a -1,32 miliardi.
Questi ultimi, tuttavia, nonostante il risultato di aprile, riescono a mantenere il bilancio della raccolta netta dall'inizio dell'anno ancora in positivo per 965 milioni. Al contrario, i fondi di diritto italiano denotano un saldo da gennaio in rosso per 4,6 miliardi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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