Arredo, export made in Italy a rischio negli Stati Uniti

La sentenza di una corte federale anticipa al primo giugno un regolamento che doveva entrare in vigore il 12 dicembre e prodotti per 100 milioni di euro rischiano il blocco. Il presidente di FederlegnoArredo Emanuele Orsini: "Non dico che sono dazi mascherati, ma ne hanno l'aria..."

Arredo, export made in Italy a rischio negli Stati Uniti

Road show attraverso i distretti italiani del legno arredo fra eccellenze produttive e attività peculiari dei territori, percorso di confronto e approfondimento con grandi aziende e pmi che si è concluso con l’ultima tappa in Lombardia nel Polo Formativo del LegnoArredo di Lentate sul Seveso, e attenzione agli scenari internazionali, all’esportazione, ai mercati, alle opportunità che si aprono, alle difficoltà vecchi e nuove che devono essere affrontate. Emanuele Orsini, presidente di FederlegnoArredo, nel giorno della fiducia in Parlamento al nuovo governo, mette sulla bilancia il peso di un comparto e di una filiera che nel 2017 ha registrato un fatturato che ha superato oltre 41,5 miliardi di euro di cui 16,3 alla voce export made in Italy, conta 77mila imprese con 318.000 addetti e produce quasi il 5% del fatturato manifatturiero.

Lanciando un allarme che riguarda il mercato degli Stati Uniti. “Il nostro settore è messo seriamente a rischio dall'improvvisa anticipazione al primo giugno dell'entrata in vigore del nuovo regolamento americano sugli standard di emissione di formaldeide dai prodotti a base legno che era stata prevista dalla Enviroment Protection Agency e ha introdotto specifici limiti di emissione oltre a obblighi di certificazione e di etichettatura per tali prodotti. Regolamento che doveva entrare in vigore il 12 dicembre di quest’anno ma che la sentenza di una corte federale ha anticipato all’inizio di questo mese rendendone obbligatoria l’attuazione”.

In pratica significa che i prodotti d’arredo ordinati da diversi mesi e spediti negli Stati Uniti tenendo conto della data del 12 dicembre rischiano il blocco con le conseguenti perdite economiche per le nostre aziende. "Non dico che sono dazi mascherati, ma ne hanno tutta l'aria - aggiunge Orsini - e sono circa 100 i milioni di euro di merce che non può essere consegnata, con la conseguenza che ci saranno aziende che forse non riusciranno a pagare i fornitori", innescando così una spirale negativa pericolosissima, che "va assolutamente scongiurata". Come vanno scongiurati i rschi di sanzioni pecuniarie o detentive per il materiale già spedito che arriverà negli Stati Uniti dopo il primo giugno”.
"Il mercato statunitense - aggiunge - è di fondamentale importanza per i settori che rappresentiamo e non vogliamo che siano penalizzati da un regolamento che è stata anticipato". In queste ultime settimane la presidenza di FederlegnoArredo, con il supporto delle istituzioni italiane competenti - Farnesina in testa -, ha attivato diversi canali di comunicazione con le autorità Usa per segnalare le criticità legate all'anticipazione dell'entrata in vigore delle nuove disposizioni, che costituiscono di fatto una nuova barriera non tariffaria. Il dialogo è aperto, ma gli esiti sono ancora incerti. “L’obbiettivo primario è quello di ottenere l’accesso al mercato senza l'applicazione delle sanzioni per le spedizioni effettuare nel periodo precedente a giugno e in arrivo dopo il primo del mese”.

Scenario che preoccupata anche perché gli Stati Uniti sono un mercato in forte crescita per il legno-arredo made in Italy con 4,6 miliardi fatturato. Situazione che si aggiunge a quella generata dalla crisi del rublo in Russia anche se ci sono segnali di ripresa dopo un lungo periodo di crisi, mentre continua a tirare quello europeo e in Cina la crescita è sempre più forte con ottime prospettive di lungo periodo. Tanto che si punterà a valorizzare ancora di più i Saloni di Mosca e Shanghai che nel logo non avranno più la parola Worldwide ma Milano, a rafforzare lo stretto legame con la manifestazione più importante al mondo, il Salone del Mobile di Milano.

“Le nostre aziende hanno dallo loro parte la capacità di innovare rapidamente, una flessibilità progettuale e di prodotto unica che vale quattro anni di vantaggio competitivo - sottolinea ancora Emanuele Orsini - e investono il 4,2% del fatturato in ricerca e formazione. Capacità di saper fare bene che abbiamo ancora una volta dimostrato al Salone del Mobile: nell’edizione 2018 abbiamo ospitato 188 Paesi con 434mila visitatori presentando prodotti sempre più innovativi grazie agli investimenti continui delle aziende. Il piano Industria 4.0 e il bonus mobili sono stati impotanti sia per le esportazioni, che nel 2018 dovrebbero crescere del 3%, che su quello del mercato interno spinto dal bonus mobili apprezzato dalle famiglie portando risorse importanti anche alle casse dello Stato. Se il bonus non dovesse essere confermato farebbe perde 10mila posti di lavoro. Cosa che auspichiamo non accada”.

La Lombardia si conferma regione trainante per la filiera del legno-arredo. Se con un Pil che sfiora i 360 miliardi rappresenta il 22% del Pil totale del paese, il comparto in Lombardia arriva a pesare il 25% sulla filiera nazionale. Supera gli 8,5 miliardi il valore della produzione regionale, divisi tra legno (2,7 miliardi) e arredo (6 miliardi). È la prima tra le regioni italiane per l'export: circa il 60% della produzione totale del settore è destinata prevalentemente a Francia (13%), Stati Uniti (10%), Germania (9%) e Svizzera (8%) mentre cresce del 43% la Cina.
"La Lombardia nel legno-arredo è la prima regione in Italia. È fondamentale - conclude il presidente di FederlegnoArredo -.

Oggi produce otto miliardi e mezzo di cui 2,7 della parte legno e 6,1 della parte arredo con un saldo positivo di esportazioni di circa 2,7 miliardi. Esportiamo tra legno e arredo prodotti per 4 mld e ne importiamo pari a 1,7 mld. Un’eccellenza per quello che stiamo facendo, con circa 10mila imprese, 50mila addetti e un fatturato di 8,5 miliardi".

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