Economia

Cambia la busta paga: cosa "sparisce" da marzo 2022

L'assegno unico cambia la busta paga da marzo 2022. Toccherà all'Inps effettuare l'accredito

Cambia la busta paga: cosa "sparisce" da gennaio

Come già anticipato nel momento dell'introduzione della manovra, a partire da marzo 2022 l'assegno unico per i figli comporterà una rimodulazione delle buste paga di almeno 8 milioni di lavoratori dipendenti italiani. La natura stessa di tale contributo, spiega Il Sole 24 Ore, potrebbe tuttavia coinvolgere anche i pensionati con figli, che risultano circa 770mila, e quei contribuenti che dichiarano redditi di altro genere (tra imprenditori, proprietari di fabbricati o soci di Sas oppure Snc si contano circa 1,1 milioni di italiani).

I dati del Fisco rivelano che la detrazione per i familiari nel 2020 ha comportato uno sconto medio di 986 euro sull'Irpef. Tutto cambierà dal prossimo marzo, quando lo sgravio fiscale relativo ai figli a carico fino a 21 anni di età sarà soppiantato da tale assegno unico, di cui si occuperà non più il datore di lavoro bensì l'Inps. L'istituto nazionale di previdenza sociale effettuerà l'accredito previsto sul conto corrente del diretto interessato, che non vedrà più concretizzarsi la detrazione mensile nè nella busta paga nè sul cedolino della pensione. Le conseguenze di tale manovra, per tutti gli altri contribuenti, si concretizzeranno invece al momento del versamento delle imposte previste per la dichiarazione dei redditi.

Le tappe

Le commissioni parlamentari si sono già pronunciate circa decreto sulla base del quale sarà regolamentato l'assegno unico. La palla passa nel campo del governo, che si dovrebbe occupare a breve di pubblicare tali norme in Gazzetta ufficiale. Il passo successivo spetterà all'Inps, che entro la fine del 2021 avrà il compito di redigere le regole di presentazione della domanda. Dato che l'erogazione dell'assegno non sarà più connessa al reddito individuale del cittadino, chiuque voglia accedervi sarà costretto a produrre un Isee, l'indicatore della situazione economica del nucleo familiare.

Ad essere maggiormente interessati saranno i nuclei con pochi figli: nelle dichiarazioni 2020 tale detrazione era riferita infatti soprattutto a famiglie con un unico figlio (49% del totale) o con due figli (36%). Tutte le altre combinazioni raggiungono appena il 15% del totale.

Lo sgravio fiscale per i figli è talvolta associato a quello che era previsto per altri familiari, come il coniuge (1,7 milioni di dichiarazioni) o i genitori (1,4 milioni di dichiarazioni). Tali agevolazioni, così come quelle previste per figli over 21 dovrebbero restare anche dopo l'introduzione dell'assegno unico, pur se con modalità e controlli più stringenti. In effetti proprio l'emendamento al Ddl Bilancio relativo alla riforma Irpef si occupa anche delle residue detrazioni sui carichi familiari, tramite l'attuazione di un sistema che dovrebbe ridurre (ma solo temporaneamente cioè fino al raggiungimento del pieno regime) l'impatto dell'assorbimento del bonus Renzi-Gualtieri. Attualmente le detrazioni per familiari a carico si riducono fino ad azzerarsi per i redditi alti (con variazioni che tengono conto del numero dei figli e della loro età) ma non sono utilizzabili nè dagli incapienti nè da quanti rientrino nel regime forfettario. E proprio questo è il motivo principale del risparmio dello Stato: la riduzione del numero degli aventi diritto, tra 2014-2020, ha fatto calare di 700mila unità i beneficiari (con un taglio di 1,2 miliardi di euro).

Assegno unico

La situazione Irpef non condizionerà l'assegno unico, previsto per le famiglie con figli fino a 21 anni. Non presentare Isee o produrne uno che supera i 40mila euro darà diritto comunque all'importo minimo di 50 euro per figlio.

Nell'esempio portato da Il Sole 24 Ore si fa riferimento a due genitori che dichiarano rispettivamente 22mila e 36mila euro l'anno (inclusi i 500 euro di sgravio sulla prima casa): allo stato attuale delle cose si avrebbe una deduzione per il figlio pari a 366 euro (per il reddito da 22mila euro) e 296 euro (per il reddito da 36mila euro).

Con un Isee da 26785 euro, l'assegno unico dovrebbe ammontare a 131,80 euro al mese, considerando, tuttavia, il fatto che in tale importo mensile saranno compresi anche altri eventuali assegni familiari o incentivi alla natalità, destinati a sparire dal prossimo marzo.

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