Atlantia e Acs affilano le armi in vista della battaglia a colpi di Opa che dovrebbe iniziare a giorni per la conquista di Abertis, leader nelle autostrade iberiche.
Ieri l'assemblea straordinaria di Ponzano Veneto ha approvato l'estensione dei termini, dal 30 aprile al 30 novembre, per la possibile ricapitalizzazione a sostegno dell'offerta sulla rivale spagnola e ha diminuito a 90 giorni il vincolo di non trasferibilità per le nuove azioni.
La guerra partirà dopo il via libera della Cnmv (la Consob spagnola) all'Opa di Acs, atteso oggi, e durerà 30 giorni. Ieri Marcelino Fernandez Verdes, ad di Hochtief, società controllata da Acs attraverso cui il gruppo di Florentino Pérez ha predisposto la propria controfferta, ha dichiarato: «Non vedo alcun problema per l'approvazione da parte della Cnmv alla nostra offerta su Abertis». La tensione è alle stelle e i fondi si mettono in fila per Acs (presente nell'11% di portafogli in più rispetto allo scorso trimestre). In Borsa tuttavia i titoli soffrono in attesa che siano svelati i costosi assi nella manica dei due contendenti. Ieri Atlantia, che dal lancio dell'offerta mantiene un rialzo del 4% circa, ha chiuso la seduta a 25,3 euro in calo dell'1,4% nonostante i buoni dati sul traffico sulle autostrade italiane nel primo mese e mezzo del 2018 (+5,1%). Acs ha lasciato sul campo l'1,8% (il 13% dalla discesa in campo), mentre la controllata Hochtief ha perso il 2,4% (l'11% dall'annuncio dell'offerta).
A maggio il gruppo guidato da Giovanni Castellucci aveva messo sul piatto 16,5 euro per azione in contanti o in 0,697 azioni per ciascun titolo di Abertis, meno rispetto alla controfferta giunta a ottobre da Florentino Pérez (18,76 euro o 0,1281 titoli della controllata tedesca Hochtief per ciascuna azione Abertis). Atlantia, secondo le stime degli esperti, necessiterebbe tra i 3 e i 6 miliardi aggiuntivi per poter contrastare l'offerta caldeggiata dalla Moncloa e portata avanti da Pérez. E La Caixa, azionista di riferimento di Abertis con il 21% del capitale e già tra i primi 24 finanziatori dell'offerta italiana, sarebbe pronta a finanziare Ponzano Veneto con un ulteriore assegno da 500 milioni di euro. Lo riporta la stampa spagnola che poi evidenzia come una simile decisione de La Caixa sia in contrasto «con la richiesta espressa dal governo di Mariano Rajoy di sostenere Acs». Certo, potrebbe sempre trattarsi di una scelta puramente finanziaria come farebbero trapelare fonti spagnole, mentre da Ponzano Veneto tutto tace.
Per ora comunque i protagonisti tengono le carte ben coperte sui possibili rilanci in attesa di conoscere le mosse dell'avversario. La tempistica sarà essenziale sull'esito della battaglia.
Se gli offerenti decidessero di rilanciare negli ultimi cinque giorni del periodo di accettazione, lo farebbero a busta chiusa e, in questo caso, se l'offerta di Acs risultasse inferiore al solo 2% rispetto a quella di Atlantia, a Ponzano Veneto spetterebbe l'ultima parola.
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