"Attacco cinese al nostro sistema moda. Invasi da 1 milione di pacchi al giorno"

Allarme di Sburlati: "Il governo non può tacere"

"Attacco cinese al nostro sistema moda. Invasi da 1 milione di pacchi al giorno"
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Ci vorrebbero un po' di spocchia nazionalista francese e molto orgoglio autocoservativo americano. "Made in Italy first" potrebbe, dovrebbe essere lo slogan per arginare l'intollerabile disastro. Perché "il sistema moda è sotto attacco" avverte il presidente di Confindustria Moda, Luca Sburlati, e se non ci muoviamo per difendere questo ecosistema potenzialmente perfetto sul quale si regge il 5 per cento del Pil del Paese e per il quale siamo famosi in tutto il mondo, "siamo dei Tafazzi". Presentando la quarta edizione del Venice Sustainable Fashion Forum che si terrà il 23 e il 24 ottobre (assieme a Flavio Sciuccati, Unit Teha, Andrea Favaretto Rubelli, Vice Presidente Gruppo Sistema Moda Confindustria Veneto Est, Carlo Cici, Teha, Andrea Crespi, Vice Presidente Confindustria Moda con delega Esg Sostenibilità, Tecnologie ed Innovazione), Sburlati comunica dati allarmanti: "Nel primo semestre del 2025 l'export italiano è calato circa del 4% mentre l'import è salito del 6%, con la Cina che ha registrato +18% grazie alle centinaia di migliaia di pacchi che arrivano ogni giorno nelle nostre case". Vorrebbe che la politica si muovesse in fretta e in maniera massiccia per aiutare a mettere in sicurezza un settore che dà lavoro, direttamente e indirettamente, a più di 1 milione di persone. La fast e ultra fast fashion, la pubblicità ingannevole sui social con cui convincono i nostri ragazzi a "mettersi sulla pelle" tessuti non testati (se i famosi pacchi che arrivano - 1 milione di pezzi al giorno - non fanno dogana non sono neppure controllati), la mancata armonizzazione della filiera... Tutti elementi che portano verso la distruzione dell'ecosistema moda. "E se di un ecosistema non si proteggono anche gli anelli più deboli, siamo morti tutti" spiega sempre Sburlati "dobbiamo tornare al bello e fatto bene". Il Forum di Venezia (una due giorni di incontri tra esperti, imprenditori del settore e politici) ha l'ambizioso obiettivo di trovare soluzioni per armonizzare la sostenibilità e rendere il settore più competitivo e inattaccabile.

"Abbiamo chiesto alla politica di avere immediatamente una norma anti penetrazione dei pacchi che non pagano dazi né dogane né spesso l'Iva", ha detto Sburlati. "Dobbiamo difenderci ma - ha sottolineato - non possiamo reagire continuamente a input esterni, quindi abbiamo la responsabilità di definire una politica di lungo periodo, un piano strategico nazionale per la moda al 2035".

E Sburlati torna al paragone con l'estero dal quale, al momento, usciamo perdenti: "In Francia, che pure vive una stagione politica tra le più difficile della sua storia l'Assemblea Nazionale e il Senato hanno votato all'unanimità una legge che, dopo aver definito in maniera chiara cos'è l'ultrafast fashion, ha introdotto una tassa su ogni pacco singolo in arrivo e ha fatto divieto pubblicità ingannevole sui social.

Non possiamo essere l'unico continente permeabile all'ingresso di merci che non rispettano neppure le regole alle quali le nostre imprese sono soggette. Siamo sulla lama di un coltello, dobbiamo cadere dalla parte giusta".

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