
Dopo essere sopravvissuto all'assalto di Unicredit alla sua Banco Bpm, il ceo Giuseppe Castagna (in foto) torna a ruggire tracciando possibili nuovi scenari per il risiko bancario. Un'operazione con il suo principale azionista Crédit Agricole, ha detto in un'intervista alla Cnbc, "è l'opportunità più evidente" per Piazza Meda. Il banchiere poi si addentra nei motivi: "Ci sono molte opportunità perché hanno un'importante banca in Italia, Credit Agricole Italia, abbiamo molte sinergie con loro, abbiamo già una fabbrica prodotto con loro nell'assicurazione danni e nel credito al consumo. È di sicuro qualcosa che potrebbe essere un bene per l'economia italiana". E l'Agricole conferma l'interesse: "Ci sono diversi scenari che possono svilupparsi nei prossimi mesi, trimestri e persino anni", ha detto il deputy ceodell'istituto transalpino, Jerome Grivet. Anche per conformazione di business, più volto verso il credito alle imprese, il socio francese potrebbe trovare sintonia anche qualora il governo mettesse condizioni golden power simili a quelle di Unicredit.
Tuttavia, non è da considerare in tono minore un possibile matrimonio con Mps: "Siena è il secondo distributore di prodotti Anima ed eravamo molto interessati a una collaborazione con loro", il riferimento è a quando Bpm ha acquisito dal Tesoro una quota del 5% di Rocca Salimbeni (ora scesa al 4,47% con la quota di Anima dopo la chiusura della prima fase dell'Ops su Piazzetta Cuccia) prima che arrivasse l'offerta pubblica di scambio di Andrea Orcel. "Il contratto durerà fino al 2030, essendo noi uno shareholder importante vorremmo avere delle idee. Se da quelle potremmo parlare anche di opportunità per un ulteriore merger, lo vedremo più avanti. Ma è una buona opportunità".
Tutto aperto, dunque, compreso un possibile ritorno di Unicredit, della quale Bpm non si fida. "Orcel è così bravo nell'M&A che è possibile che quando ora dice che non sta guardando all'M&A abbia ancora un occhio su qualcosa. L'unica cosa certa è che quando ha lanciato l'offerta la nostra banca valeva 10 miliardi ora ne vale 19 miliardi". Sta di fatto che un nuovo affondo di Orcel dovrebbe passare dal Credit Agricole, che peraltro ha chiesto alla Banca centrale europea di poter salire nel capitale oltre il 20 per cento. "Penso che Unicredit si sia ritirata dall'offerta sulla nostra banca", è la stoccata finale di Castagna, "perché non potevano eguagliare il nostro valore. Hanno avanzato un'offerta al ribasso e hanno terminato con un'offerta al ribasso.
Castagna, sull'ipotesi che il governo inserisca in manovra una proroga della sospensione delle imposta differite (Dta), ha precisato che "noi
siamo sempre disponibili a collaborare per le esigenze del Paese. Pensavamo che l'accordo trovato l'anno scorso fosse sufficiente come base, ma se ci sarà una proroga, ci faremo trovare pronti a discuterne con il governo".