Le banche italiane stanno provando a riaffacciarsi sul mercato obbligazionario dopo lo choc creato dalla crisi, ma ieri il progettato ritorno del Banco Popolare si è risolto in una falsa partenza. La cooperativa guidata da Pier Francesco Saviotti ha provato a raccogliere un miliardo proponendo un bond senior della durata di tre anni e mezzo (390 punti base il premio). Sarebbe stata l'operazione che riportava il Banco «alla normalità» dopo il lungo digiuno, ma l'operazione è stata ritirata a causa della scarsa risposta degli investitori. Troppo pochi, forse anche per il premio contenuto, gli ordini raccolti dal consorzio composto da Banca Imi, Bofa, Bnp Paribas e Citigroup e dalla propria controllata Banca Aletti. Ad ammettere la ritirata è stato lo stesso istituto veronese: «La prevista emissione senior bond non sarà lanciata», ma la banca, «perseguendo l'obiettivo di effettuare un'operazione di elevata dimensione continuerà a monitorare il mercato».
Stop&go anche per Unicredit che ha visto la controllata Bank Austria proporre e poi ritirare un bond quinquennale da 500 milioni, per il quale aveva fissato un prezzo che riconosceva un premio di 150 punti base sopra il midswap. Probabilmente anche in questo caso troppo poco per il mercato, Piazza Cordusio continuerà comunque a lavorore con il consorzio in questi giorni.
È andata meglio invece a Intesa Sanpaolo che, per migliorare la propria Tesoreria, ha proposto un bond a sette anni per un controvalore di 1,25 miliardi. Gli ordini, che per il 90% sono arrivati dall'estero, hanno superato quota 4,7 miliardi (oltre 3,7 volte l'importo collocato), con più di 350 operazioni e una cedola del 4,375 per cento.
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