È ancora "guerra" nella Bce. Gli ultimi mesi di presidenza di Mario Draghi hanno visto una sempre più netta contrapposizione fra colombe e falchi. I primi - al contrario dei secondi - vogliono infatti una politica monetaria espansiva e il rinnovo del Qe.
Ad oggi, però, non è ancora chiaro quale causa sposerà Christine Lagarde, prossima presidente della Banca centrale europea. Quello che è certo è che al momento sta cercando nell'impresa ardua di mantenere un equilibrio tra le due fronde opposte. Contro la colomba Draghi ci sono i governatori delle banche centrali olandesi e tedesca che tuonano contro l'abbassamento dei tassi.
Tutto è sospeso fino al direttivo dell'11 e 12 settembre. Oltre al taglio dei tassi voluto dai responsabili politici della Bce - insieme alla compensazione per le banche per gli effetti collaterali dei tassi negativi - sul tavolo ci sarà un altro nodo: gli acquisti obbligazionari, malvisti dai capi delle banche centrali tedesche e olandesi.
Per il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, il suo collega tedesco del Comitato esecutivo della Bce, Sabine Lautenschlaeger, e il governatore olandese Klaas Knot il Qe dovrebbe ripartire solo se l'economia dovesse ulteriormente deteriorarsi. Lagarde ha invece rivendicato la validità della linea di Draghi e sembra pronta ad aprire il suo mandato nel segno della continuità.
Non è ancora chiaro chi la spunterà.
La Lagarde fa però forza sulla linea della colomba, sottolineando l'effetto degli strumenti non convenzionali della Bce sull'economia europea. "Continua ad essere positivo, dobbiamo essere consapevoli dei loro potenziali effetti collaterali, e dobbiamo prendere sul serio le preoccupazioni dei cittadini", ha affermato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.