La Bce fa risalire la febbre delle banche in Borsa

Giù i titoli del comparto. Intanto Mps prepara il ritorno per il 23 ottobre

La Bce fa risalire la febbre delle banche in Borsa

Torna l'allarme rosso sui titoli bancari. In Borsa il Banco Bpm ieri ha perso il 5,3%, Bper il 2,96% e Ubi il 3,7 per cento. E le vendite hanno colpito anche le big Unicredit (-2,6%) e Intesa Sanpaolo (-1,68%). A zavorrare il comparto è stato l'annuncio del nuovo giro di vite della Bce che chiederà a tutte le banche europee un innalzamento nella copertura dei nuovi flussi di crediti deteriorati. Proprio adesso che la «febbre» degli npl cominciava a diventare più sopportabile. È infatti stato pubblicato un documento dell'istituto di Francoforte nel quale si preannuncia che i crediti dubbi generati a partire dal 1 gennaio 2018 dovranno essere coperti al 100%. Nella riforma sugli accantonamenti automatici non è coinvolto lo stock di sofferenze al 31 dicembre 2017. D'altra parte gli analisti temono che potrebbe verificarsi una maggiore migrazione per fine 2017 di crediti da performing a crediti dubbi in modo da non incappare nel nuovo meccanismo di accantonamenti automatici che scatterà dal primo gennaio.

La Caporetto dei bancari in Borsa non spaventano il Monte dei Paschi che si prepara al grande ritorno in Piazza Affari: «si aspetta la risposta della Consob», ha detto ieri il capo della segreteria tecnica del ministero dell'Economia, Fabrizio Pagani, che ha negato ripensamenti da parte del Tesoro, azionista di maggioranza della banca. Il prospetto sarebbe già arrivato in Consob e il rientro di Mps in Borsa potrebbe essere fissato per il 23 ottobre. Il riassetto in cda verrà deciso in base ai nuovi pesi dell'azionariato: oggi lo Stato è al 53,4% ma la quota è destinata a salire fino a circa il 70% dopo il ristoro a favore degli obbligazionisti retail previsto dal burden sharing che potranno scambiare le azioni con bond senior (e poi quelle stesse azioni saranno acquistare dal Mef). Assogestioni è disponibile, in linea di principio, a presentare una lista per il rinnovo del board, ha detto ieri il presidente dell'associazione delle sgr italiane, Tommaso Corcos. Tutto dipenderà però dalla disponibilità di azioni del Monte a parte degli associati sulla quale però Corcos non ha evidenze tranne che per la sua società (Eurizon) che non ha titoli della banca senese.

Una lista per il cda potrebbe arrivare anche dai fondi esteri, mentre è ormai certo che Generali, secondo socio con il 4,3%, farà sentire il suo peso. Soprattutto invocando un cambio al timone, oggi affidato a Marco Morelli. Quanto alla concorrente francese Axa, partner bancassicurativo del Monte, si è già diluita allo 0,038%.

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