Anche giganti come Google possono conoscere momenti complicati. Dopo i 12mila licenziamenti annunciati alcuni giorni fa, sulla grande G arriva una nuova tegola firmata amministrazione Biden: il Dipartimento di Giustizia e otto Stati americani fanno causa a Google per la pubblicità online, accusando Mountain View di esercitare un monopolio illegale sul mercato. Nell'azione legale si propone lo spezzatino di Google, con la separazione delle sue attività pubblicitarie. Alphabet, la holding che ha in pancia il motore di ricerca più famoso al mondo, è il maggiore operatore di advertising negli Stati Uniti. Nel 2023, si prevede che la società guidata da Sundar Pichai (in foto) incasserà ricavi per 74 miliardi di dollari nel settore della pubblicità online. Google, per altro, è già finita nel mirino delle autorità americane per le sue pratiche nel settore delle ricerche online. Il titolo di Alphabet, quotato al Nasdaq, a poche ore dalla chiusura perdeva in Borsa l'1,2 per cento. Mentre un paio di giorni fa Pichai, a proposito dei licenziamenti, ha detto: «Se non agiamo in modo chiaro, deciso e tempestivo» il rischio è di «aggravare il problema e peggiorarlo».
Intanto, un'altra big tech che ha attinto a piene mani dai licenziamenti come Amazon (18mila tagli) sta cercando di diversificare il suo business nel settore sanitario.
Negli Usa, infatti, ha lanciato un abbonamento mensile di 5 dollari (in aggiunta al servizio Prime) che coprirà una gamma di farmaci generici e la loro consegna a domicilio. Come scrive Reuters, il programma si chiama RxPass e include più di 50 farmaci che affrontano, tra le altre, condizioni croniche come ipertensione, ansia, diabete e calvizie.
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