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Bombassei non molla e inventa una corrente

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«Giorgio Squinzi dovrà tener conto di noi». É l’obiettivo dichiarato dei fedelissimi di Alberto Bombassei, che hanno dato vita a «Impresa al centro - cambiare per crescere»: ufficialmente un movimento d’opinione, in realtà, come si direbbe in politica, una corrente. Certo è che il gruppo di industriali - una sessantina, riunitisi ieri al milanese Hotel Melià - che hanno sostenuto il numero uno di Brembo fino al testa a testa conclusivo, da cui Squinzi è uscito vincente per soli undici voti (93 a 82), non intende ora ritirarsi a vita privata: al contrario, vuole avere un ruolo ben preciso nelle scelte future di Viale dell’Astronomia. E la via maestra a questo traguardo sarebbe ottenere per uno dei suoi una vicepresidenza di peso all’interno della squadra che il neopresidente presenterà alla Giunta il 19 aprile. Una soluzione per ricomporre, almeno in parte, la spaccatura che si è aperta in Confindustria, sintomo di un malessere diffuso, soprattutto tra le piccole imprese. E che, se non curato, potrebbe portare - secondo voci insistenti - altri imprenditori a seguire l’esempio dell’ad di Fiat, Sergio Marchionne. Per ora, il movimento si è dato un programma: Impresa al Centro «vuole essere uno stimolo al profondo rinnovamento di Confindustria - è scritto nella nota conclusiva della riunione di ieri - che deve tornare a concentrarsi sulle esigenze del tessuto economico del Paese, e in particolare il manifatturiero innovativo orientato alle esportazioni». Il forte contributo di idee «espresso durante il confronto per il rinnovo della presidenza di Confindustria - si legge ancora - si è concretizzato in un voto di Giunta molto rappresentativo, testimoniato dalle manifestazioni di stima e dagli inviti a proseguire sulla strada del cambiamento ricevuti da Alberto Bombassei». E gli aderenti a Impresa al Centro «hanno confermato a Bombassei la loro coesione e fermezza nel richiedere che la nuova squadra di presidenza, le sue designazioni e il suo programma diano chiara rappresentazione alle forti istanze di modernizzazione e cambiamento di Confindustria e di rilancio del sistema industriale». Il comunicato termina con un appello preciso a Squinzi che «dovrà cogliere l’occasione di valorizzare questo contributo di idee per giungere alla costruzione di una Confindustria unita, più forte».

Ma già si registrano la prime reazioni negative: «Se fosse intenzione creare una corrente all’interno di Confindustria, ma ci auguriamo proprio di no - sottolinea Jacopo Morelli, vicepresidente dell’associazione e presidente dei Giovani Imprenditori -, sarebbe un’iniziativa grave e senza precedenti». E Vincenzo Boccia, presidente Piccola Industria, ammonisce: «Non cadiamo nella trappola».

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