Il piano del governo sulla banda ultralarga voluto fortemente dal governo di Matteo Renzi, a un anno di distanza e dopo la vittoria della prima gara Infratel da parte di Open Fiber, mostra tutte le sue debolezze. Così, dopo il mezzo putiferio scatenato dalle dichiarazioni del sottosegretario alle tlc Antonello Giacomelli che voleva proibire a Telecom di portare la banda ultralarga nelle aree a fallimento di mercato, lasciandole in appannaggio esclusivo alla controllata Cdp-Enel, il ministro derllo Sviluppo economico Carlo Calenda prova a sistemare le cose. «A Tim piacendo vorremmo andare avanti speditamente sul piano per la posa della banda ultralarga»- ha detto ieri all'assemblea di Confartigianato. Il ministero ha confermato l'intenzione di convocare l'ad di Telecom Flavio Cattaneo a breve, per aprire un confronto diretto. Mentre già oggi Cattaneo parlerà in audizione al Senato.
La questione è certamente complessa e parte dal rifiuto di Telecom di voler creare una unica società per la banda ultralarga fondendo la sua rete in fibra ottica con quella di Open Fiber. In realtà Telecom, per portare la banda ultralarga nelle zone bianche, sta semplicemente facendo un upgrade della sua rete in rame collegando l'ultimo miglio che entra nelle case con le centraline dove arriva la fibra ottica. Con un risultato più che soddisfacente sul fronte della velocità di navigazione. Dato che Telecom ha in programma di arrivare nelle aree bianche con questa tecnologia prima della rete in fibra di Open Fiber non c'è dubbio che la società a controllo pubblico non gradisca la mossa, che renderebbe inutile la costosa rete che si appresta a realizzare.
Calenda ha detto che il governo non ha alcuna intenzione di impedire o ostacolare gli investimenti di Telecom che devono però risultare compatibili con gli impegni legali assunti e la normativa comunitaria di riferimento. Diversamente, agirà per tutelare l'interesse pubblico. Il motivo? Il conto economico della concessione per la gestione della rete pubblica (quella di Enel) non prevede la concorrenza.
Telecom ha ribadito di non avere preso impegni a non investire nelle aree bianche e di voler continuare il proprio piano che è comunque diverso, visto che si tratta di Fttc (ossia fibra e rame) e non Ftth (solo fibra). Su questo punto dunque il governo dovrà mediare, magari facilitando un punto d'incontro tra i due contendenti.
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