«La mia polemica con Bazoli non ha a che fare con la Rizzoli, che è un falso problema visto che, al suo interno, il ciclo di Bazoli è finito. La Rizzoli deve essere rilanciata come casa editrice, non c'è altro modo che far sedere gli azionisti rilevanti, e quindi non Bazoli, e vedere se c'è un sistema per sostenerla».
Così l'imprenditore Diego Della Valle è tornato ieri sulla querelle con il presidente di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, dopo che quest'ultimo si è detto pronto a fargli causa per le sue ultime dichiarazioni. Il numero uno di Tod's sabato aveva duramente attaccato il banchiere in merito alle sue implicazioni nell'inchiesta Ubi Banca.
E ieri, intervistato su La7 a «Otto e mezzo», Mr Tod's ha spiegato «di non avercela con Bazoli e che la sua è una presa di posizione sistemica. Io ne faccio una questione morale prima che giudiziaria. Per me Bazoli non rappresenta Banca Intesa, qui si parla di una categoria di persone, di politici e banchieri che hanno contribuito a ridurre il Paese nelle condizioni in cui si trova ora. Il 50% degli italiani vuole cambiare, ma le cose non cambieranno mai se i protagonisti di questa Italia rimangono ancorati alle loro poltrone».
Con uno stile da rottamatore, Della Valle ha poi concluso chiamando in causa tutti quei «ragazzi che hanno studiato e sono disoccupati e che vedono il figlio di un banchiere che viene assunto da quella stessa banca. Allontaniamo questi marpioncelli che fanno solo del male all'Italia».