RomaConsumi ancora in picchiata. Male anche gli alimentari e le telecomunicazioni, telefonini, computer e connessioni. Categoria di beni e servizi che anche in questi anni di crisi aveva visto crescere la quota di portafoglio. Confcommercio ha diffuso i dati sui consumi di aprile. L'indicatore della confederazione ha segnato una flessione del 3,9% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. È la diciassettesima variazione negativa in 20 mesi. Solo che questa volta si allineano alla tendenza anche le tlc con una flessione del 2,5% su base mensile e dello 0,1% annuo.
In generale, rileva Confcommercio, ha pesato «una dinamica della domanda, in questa prima parte del 2013, ancora più negativa rispetto a quanto rilevato nei primi mesi del 2012». Nel dettaglio, la flessione è stata del 2,2% per quanto riguarda i servizi, ma molto più marcata per i beni, meno 4,6%. La spiegazione che il servizio studi dei commercianti dà al calo delle tlc è l'attenuarsi del tasso di immissione in commercio di nuovi prodotti. Meno novità sul mercato e quindi meno acquisti. Ma il calo delle telecomunicazioni, per quanto sorprendente, è limitato e non desta preoccupazioni. Preoccupano altri segni meno, come quello sulla mobilità: un crollo del 7,5% rispetto al 2012. E quelli che investono settori forti del commercio italiano: l'abbigliamento e le calzature (-6,7%) e gli alimentari, le bevande ed i tabacchi (-6,2%).
In questa situazione l'aumento di un punto percentuale dell'Iva che dovrebbe scattare il prossimo primo luglio «sarebbe il de profundis dei consumi. Un gravissimo danno per l'economia reale del Paese», ha commentato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli (nella foto). A giudizio del numero uno di Piazza Belli l'incremento dell'imposta «colpirebbe innanzitutto la domanda e la condurrebbe a una ulteriore restrizione», «porterebbe - ha aggiunto - un ulteriore aumento della chiusura degli esercizi commerciali». Per contrastare la crisi secondo Sangalli la ricetta deve essere inversa: «Ridurre la pressione fiscale per le imprese e le famiglie. Bisogna intervenire immediatamente».
Le associazioni degli agricoltori hanno fatto il punto sui consumi degli alimentari, confermando un calo sempre più accentuato. Nel lungo periodo, rileva la Cia, la spesa alimentare delle famiglie è stata tagliata dal 2008 al 2012 per 2,5 miliardi di euro ogni anno, con un calo complessivo del 9,6% arrivando a quota 117 miliardi. Nel 2008 il carrello della spesa rappresentava oltre un quarto del budget familiare, ora questa quota si è ridotta al 19%. A favore di beni, come le tlc, che ora iniziano a segnare il passo.
Nel dettaglio degli alimentari, secondo Coldiretti, in aprile prodotti freschi sono calati del 4,5% per le verdure e del 3,9% per la frutta rispetto all'anno scorso. Il 6,1% le famiglie ha rinunciato ad acquistare la frutta. E, questa volta, non per comprare telefonini.
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