Economia

Contro il gruppo class action in arrivo. L'accusa: quotazioni truccate

Dopo il maxi accordo di fusione tra Microsoft e Nokia, aumentano i pretendenti per la «pedina» Blackberry nel risiko mondiale dei cellulari. Il gruppo canadese, da tempo in aperta difficoltà in un mercato dominato dai prodotti di Apple e Samsung, ha avviato infatti una trattativa anche con Cisco System, Google e Sap per giungere a una vendita in blocco o a uno spezzatino.
In sostanza Blackberry è in cerca di una via di uscita rispetto all'accordo preliminare da 4,7 miliardi di dollari già firmato con Fairfax Financial: si sono avvicinati alla partita anche Cerberus, Intel, Lg oltre alla stessa Samsung.
I potenziali acquirenti stanno comunque procedendo con cautela, data l'incertezza che continua a circondare il gruppo. Di certo, il tempo stringe visto il miliardo di perdite che Blackberry ha accumulato nel solo secondo trimestre, complice il crollo delle vendite e la svalutazione degli apparecchi rimasti stoccati in magazzino. Senza contare la perdita di valore delle licenze e dei brevetti.
In ogni caso, se gli altri pretendenti non dovessero spuntarla, l'accordo con Fairfax prevede che Blackberry lasci la Borsa per continuare una ristrutturazione lontano dai riflettori degli investitori istituzionali. BlackBerry aveva inoltre già annunciato un taglio di 4.500 adetti, su un totale che a marzo era pari a 12.700 impiegati, solo due anni fa erano 17.000. Un crollo verticale che procede in parallelo con la perdita di quote di mercato in America, dove il suo peso specifico è oggi inferiore al 3 per cento.
Ma i problemi, per il gruppo candese, non finiscono più: al tribunale federeale di New York è stata depositata una class action in cui Blackberry è accusata di aver gonfiato i prezzi dei titoli in Borsa, dipingendo prospettive rosee per la linea di Blackberry 10. A presentarla è stato l'azionista Marvin Pearlstein, che punta a rappresentare migliaia di soci che hanno acquistato titoli fra il 27 settembre 2012 e il 20 settembre di quest'anno.

Pearlstein ritiene che Blackberry abbia ingannato gli investitori dicendo che il gruppo stava facendo progressi nel rispettare i propri impegni finanziari e operativi.

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