Le condizioni per il salvataggio
della Grecia sono durissime. Le
tensioni sociali che sono destinate
a generare potrebbero mettere il
governo di George Papandreu in
gravi difficoltà.Maesso non ha altra
scelta, perché la Grecia, dopo
aver indugiato, sperando di farcela,
senza troppi sacrifici, era giunta
a una situazione in cui stavano per
crollare non solo l’economia pubblica,
ma anche il sistema bancario
e l’economia. Il prestito che essa
avrà è quasi tre volte quello che
era stato annunciato due settimane
fa, cioè 110 miliardi di euro in
un triennio, anziché 40, di cui 80
miliardi dei18Stati dell’Eurozona.
E il resto (30 miliardi) a carico del
Fondo monetario. Il piano comporta
un taglio del deficit dal 13,7% del
2009 al 3% del prodotto lordo
nel 2014. Il Pil greco nel
2009 era di forse 225 miliardi,
e il deficit era perciò di 30
miliardi. Se esso rimanesse
a questa cifra, anche nel
2014, la Grecia nel 2014 dovrebbe
portare il suo deficit
a 7 miliardi. La riduzione
del deficit viene spalmata
nel tempo.
Quest’anno la riduzione
sarebbe il 4,4% del
Pil per arrivare a un deficit
del 9%. Per effetto di questi
tagli e, comunque, della situazione di
crisi in cui la Grecia
già si trovava, nel 2010 il
Pil greco scende, in termini
reali, del 4%. Nel 2011 dovrebbe
ancora ridursi del
2,6% per poi aumentare dell’
1% nel 2013 e del 2% nel
2013 e nel 2014, così da tornare
nel 2014 quasi al livello
del 2009, diciamo a 222 miliardi
di identico potere di
acquisto. Ma sbagliano gli
economisti che si limitano a
questo calcolo. Infatti, dal
punto di vista puramente
monetario, il Pil greco nel
2010 non sarà del 4% minore
di quello del 2009,macirca
eguale, perché ci sarà
un’inflazione di circa il 2%
dovuta al rincaro dei prezzi
dei beni importati, fra i quali
campeggiano il petrolio e
il grano, mentre un altro 2%
di aumento dei prezzi verrà
provocatodall’aumentodell’Iva
che passa dal 21%al 23.
E considerando che l’inflazione
del 2011, del 2012 e
del 2013 potrà essere di un
6% complessivo, da qui al
2014 la Grecia avrà avuto un
rincaro di prezzi del 10%. E
quindi il Pil greco del 2014
sarà non di 222 miliardi, ma
di forse 244.Manel frattempo
i greci avranno subito un
taglio di benessere pari al
10% rispetto al livello del
2009, a causa del taglio del
deficit di bilancio di 10 punti
del Pil. Seesso fosse egualmente
distribuito, il sacrificio
potrebbe essere severo,
ma non drammatico. Ma così non sarà.
I più colpiti sono
i dipendenti pubblici, particolarmente
quelli del ceto
medio, i pensionati, inonabbienti,
coloro che hanno perso il
posto, i piccoli commercianti.
Ai dipendenti pubblici vengono
tolte la tredicesima
e la quattordicesima
mensilità, che toccavano a
quelli che avevano più di
3mila euro mensili.
Inoltre
c’è il blocco degli stipendi
pubblici per almeno tre anni,
che, con i calcoli sull’aumentodel
prezzi,chehofatto,
comporta una perdita di
potere di acquisto dell’8%.
Il taglio della tredicesima e
della quattordicesima comporta
un’altra riduzione del
14%. In totale per questi pubblici
dipendenti la diminuzione
di potere di acquisto è
del 22%, oltre un quinto dello
stipendio! Per i lavoratori
anziani c’è il blocco delle
pensioni e l’aumento dell’età
pensionabile da 53 a 67
anni. Per i non abbienti e i
disoccupati c’è il morso dell’aumento
dei prezzi, che ridurrà
redditi già miseri. Per
i piccoli commercianti c’è la
minaccia di chiusura dovuta
alla riduzione di acquisti
della clientela minuta. Dunque,
per una parte della popolazione una situazione
sociale
durissima. Un’altra
parte potrà cavarsela lavorando
di più e risparmiando
per consolidare la propria situazione
debitoria e rilanciare
l’impresa. I sindacati
potrebbero chiedere che si tassino i ricchi e gli immobili.
Ma se Papandreu, il leader socialista che dirige
il governo,
lo facesse, peggiorerebbe
la situazione, perché
la caduta dei valori immobiliari peggiorerebbe
le garanzie
bancarie, in un quadro
già precario. E la tassazione
patrimoniale genererebbe
fughe di capitali e minori investimenti.
Insomma, la vera questione è se il piano funzionerà
dal punto di vista
della tenuta sociale. L’avviso
che se ne trae per Portogallo
e Spagna è di adottare
subito misure d’austerità
per evitare una «tragedia
greca».
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