Eads-Bae, la Germania fa saltare la fusione

Il matrimonio tra Eads e Bae System non si farà. Le resistenze governative per l'unione tra il gruppo franco-tedesco che controlla Airbus e il produttore d'armamenti e aerei britannico hanno fatto fallire il progetto che avrebbe portato alla creazione del numero uno mondiale dell'aeronautica e della difesa, con oltre 70 miliardi di euro di fatturato e 220 mila dipendenti.
Lungi dal dolersene la Borsa di Parigi, da sempre scettica sulle modalità delle nozze, ha festeggiato, premiando Eads con un rialzo del 5,1%. Bae invece ha perso l'1,38% a Londra.
«Bae Systems ed Eads annunciano che hanno deciso di porre termine alle trattative», ha annunciato un comunicato nel pomeriggio. «Siamo evidentemente delusi per non essere riusciti a raggiungere un accordo accettabile con i diversi governi» azionisti, ovvero Francia e Germania e Gran Bretagna, spiega il numero uno di Bae, Ian King nel comunicato congiunto. «È apparso chiaro che gli interessi delle parti governative non possono essere conciliati gli uni agli altri o con gli obiettivi che Bae Systems ed Eads si sono posti per la fusione», è l'annotazione. La Germania, principale indiziata per la rottura del fidanzamento, si è chiamata fuori: non è colpa di Berlino se la fusione non si fa, ha dichiarato il ministro della difesa, Thomas de Maizière. «È stata una decisione delle società», ha tagliato corto il presidente francese François Hollande, quasi a voler scacciare i sospetti che la colpa delle mancate nozze europee sia di Parigi.
Dall'annuncio della trattativa a metà settembre tra Eads e Bae, Parigi e Berlino avevano promesso di arrivare «rapidamente a una posizione comune». La realtà è stata diversa e - si dice - tempestosa. Lo Stato tedesco non è per ora azionista diretto di Eads, ma solo attraverso Daimler che al momento esercita il 22,5% dei voti, ma vuole disimpegnarsi e ha già ceduto il 7,5% del capitale a un consorzio di banche pubbliche e investitori. Da parte francese gli azionisti sono Lagardère e lo Stato attraverso la holding Sogeade con il 22,35%.
I due gruppi hanno tentato di sottrarre Eads all'influenza di Parigi e Berlino per avere accesso al più grande mercato della difesa del mondo, gli Stati Uniti, dove però le imprese pubbliche straniere non sono viste di buon occhio. Londra, dal canto suo, ha cercato di convincere i partner a ridurre la quota nel capitale per mantenere le relazioni privilegiate di Bae con il Pentagono.
Parigi, che avrebbe avuto il 9% della nuova entità, non voleva saperne di divieti a salire ulteriormente e Berlino intendeva mantenere posizioni di parità con i francesi. Inoltre, secondo alcuni esperti temeva, dopo la tumultuosa convivenza con i francesi, di avere la peggio nel menage a tre con i britannici. A spingere verso le nozze erano alcune considerazioni strategiche: Bae, minacciata dai tagli ai bilanci militari nei Paesi occidentali, si sarebbe avvantaggiata dei profitti di Airbus, che ha commesse per i prossimi otto anni ed Eads avrebbe riequilibrato le attività tra settore civile e militare.

La struttura dell'operazione che dava a Eads il 60% del nuovo insieme e il restante 40% a Bae era stata però molto criticata da alcuni azionisti e da numerosi analisti.
Intanto, l'americana Boeing può mantenere tranquilla il suo primato.

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