Da Torino una nuova spinta all'occupazione e un altro duro colpo alla Fiom di Maurizio Landini. Il gruppo Fiat Chrysler Automobiles ha infatti annunciato altre mille assunzioni che si aggiungono alle 1.550 relative al solo stabilimento di Melfi, in Lucania. A illustrare il prospetto occupazionale è stato Alfredo Altavilla, responsabile per Fca dei mercati Emea (Europa, Africa, Medio Oriente), il quale ha poi confermato la fine della cassa integrazione e dei contratti di solidarietà in tutti gli impianti italiani del gruppo entro il 2018, come previsto dal piano presentato un anno fa dall'ad Sergio Marchionne. Altavilla ha incontrato i sindacati firmatari degli accordi Fca (Fim, Uilm, Fismic, Ugl e associazioni quadri) ieri all'Unione industriale di Torino. A questa notizia positiva, si aggiunge quella delle 1.550 stabilizzazioni con contratto a tempo indeterminato a Melfi.
I nuovi posti annunciati riguarderanno ancora una volta la fabbrica di Melfi (600: i primi 250 lavoreranno già entro questo mese, gli altri entro fine anno), quindi Atessa, vicino a Chieti (200 da luglio), Verrone, nel Biellese (170 nell'anno), Cassino, in provincia di Frosinone e futuro polo Alfa Romeo (si parte, il prossimo mese, con 50 posizioni come team leader), Termoli, in provincia di Campobasso (sempre 50 addetti da luglio) e Cento, nel Ferrarese (una trentina di persone). Altri benefici, inoltre, si produrranno nelle imprese dell'indotto, in particolare 400 posti sono previsti sempre nell'area di Melfi. Le assunzioni, come si vede, oltre ad alcuni grossi impianti dai quali escono e usciranno gli attuali e i futuri modelli del gruppo (Melfi, Cassino, Atessa-Sevel), riguardano anche i motori (Termoli e Cento) e le trasmissioni (Verrone). Per Mirafiori, Altavilla ha confermato che la programmazione per la realizzazione del primo Suv di Maserati, già battezzato Levante, procede secondo i tempi previsti e, quindi, la produzione dovrebbe partire all'inizio del 2016.
I nuovi posti, secondo Fca, sono stati creati grazie all'applicazione del Jobs act (l'introduzione di un contratto unico a tutele crescenti, come recita uno dei punti della Riforma del diritto del lavoro varata dal governo Renzi).
Da parte sindacale, pur riconoscendo l'importanza del provvedimento, viene sottolineato - come fa la leader Cisl, Annamaria Furlan -che la svolta «è il frutto tangibile degli accordi innovativi e responsabili sottoscritti dalla Cisl, in particolare dalla Fim, insieme ad altri sindacati, con l'azienda». Per Landini (Fiom), intanto, si tratta solo di «propaganda».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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