Tante luci e qualche ombra, velate lavate di capo incluse, dopo che il consiglio di Fca ha approvato la prima trimestrale del 2018. Innanzitutto c'è la soddisfazione, da parte dell'ad Sergio Marchionne, di avere portato a casa più utili rispetto a «Lady no» Mary Barra, la chairwoman e ceo di General Motors che ha respinto più volte al mittente le proposte di nozze arrivate dal Lingotto.
Un sorpasso (era da 10 anni che non accadeva) finito in prima pagina sul sito del Financial Times. Tra gennaio e marzo, infatti, Fca ha totalizzato 1,6 miliardi di utili rettificati rispetto a 1,1 miliardi di dollari annunciati da Gm, risultato penalizzato dalle riorganizzazione delle attività in Corea del Sud.
Ma nella conference call della scorsa settimana, non si è parlato solo del debito di Fca che si avvicina all'azzeramento e dei risultati record con cui il gruppo ha aperto l'ultimo anno della gestione Marchionne. A emergere, dal botta e risposta dell'ad con gli analisti, sono stati anche alcuni problemi. Innanzitutto, i 300 milioni di dollari di costi aggiuntivi nello stabilimento di Sterling Heights, vicino a Detroit, dove si produce il nuovo pick-up Ram 1500, negli Usa veicolo di punta per Fca anche perché procura margini importanti. L'impianto, che è stato riconvertito, funziona però al 60% della capacità: dalla linea escono 1.000 invece che 1.400 pick-up al giorno. E a essere disponibile, in questo momento, è solo la versione a 8 cilindri, mentre quella con 6 cilindri e 3.6 litri di cilindrata, più efficiente, attende ancora l'omologazione. E così, per bilanciare la produzione di pick-up, nella fabbrica di Warren, sempre nel Michigan, si continua a sfornare il vecchio modello, offerto con un forte sconto. Il nuovo Ram è invece sostenuto da bonus a favore dei concessionari. I problemi, tra cui la necessità di una maggiore formazione tra le tute blu, sono stati spiegati da Marchionne agli analisti. E si può presumere che a Stefan Ketter, responsabile degli stabilimenti del gruppo, siano fischiate non poco le orecchie.
Sempre durante l'incontro con il mercato, Marchionne ha palesato la sua insoddisfazione per come è stato lanciato Levante, il primo Suv di Maserati, e anche per le sue vendite negli Usa, portando invece come esempio virtuoso la presentazione al mercato americano che il nuovo capo del marchio, Tim Kuniskis, ha fatto il mese scorso al Salone di New York. Sulla pedana era la versione «Trofeo», con motore V8 da 590 cavalli. È facile dunque pensare che il capro espiatorio del disappunto evidenziato da Marchionne sia stato Reid Bigland, tornato i primi di febbraio a occuparsi a tempo pieno delle vendite di Fca negli Usa e del mercato canadese. Bigland ha tenuto il volante di Maserati e Alfa Romeo per meno di due anni.
In aprile, intanto, le vendite del Tridente sono scese negli Usa del 25%, mentre a veleggiare è Alfa Romeo (+173%) grazie a Giulia e Stelvio.
Nel complesso, per Fca il mese scorso è stato positivo negli Usa (+5% e meglio di Ford, rispetto a un calo del mercato pari al 4,8%) con Jeep (+20%) a fare sempre da traino. Si attende, ora, la revisione della strategia per il marchio Fiat, oltre che in Europa, negli Usa, dove il calo è stato pesante: -72% in aprile.
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