Il Brasile in crisi guarda all'industria italiana per ricevere quella boccata d'ossigeno importante per risollevarsi dal semi-coma in cui è piombato. Le stime dell'Ocse, in proposito, sono nere: dopo la crescita zero nel 2014, quest'anno l'economia è prevista in contrazione dello 0,5%. E non è un caso che la presidente Dilma Rousseff abbia scelto l'inaugurazione del nuovo maxi-impianto di Fca nel Paese, cerimonia avvenuta ieri a Goiana (Stato di Pernambuco), come passerella ufficiale al posto di quella del Primo maggio: nessun intervento tv e solo messaggi sui social. «È un investimento strategico per tutto il Nordest», ha puntualizzato. Il presidente di Fca, John Elkann, e l'ad Sergio Marchionne, hanno tagliato il nastro di quello che diventerà il primo stabilimento globale del gruppo, «costruito da un team interculturale». Pernambuco, dunque, toglie lo scettro di primo impianto mondiale alla storica fabbrica Fiat di Betim, a Belo Horizonte. Per la sua nascita, Fca ha beneficiato dei finanziamenti concessi dalle autorità e delle agevolazioni fiscali legate alla decisione di basare l'impianto nel Paese e costruirvi modelli destinati a questo mercato. In tutto, investiti oltre 2,2 miliardi (7,7 miliardi di reais, 3 dei quali per lo sviluppo dei fornitori).
La boccata d'ossigeno per Brasilia arriverà dai piani che Elkann e Marchionne hanno presentato: entro l'anno, infatti, il polo di Pernambuco occuperà più di 9mila persone (3.300 nella fabbrica Jeep che sfornerà il modello Renegade, 4.900 addetti presso i fornitori e altri 850 nei servizi). Uno studio della società Ceplan sostiene che nel 2020 il polo Jeep di Goiana contribuirà da solo al 6,5% del Pil dello Stato di Pernambuco, regione tra le più povere nella quale l'unica attività è, da sempre, quella di coltivare la canna da zucchero. Dunque, un'iniezione di fiducia anche per l'intero settore, dopo che i tedeschi di Mercedes hanno confermato 500 esuberi a São Bernardo do Campo, mentre Volkswagen ha sospeso per tre settimane la produzione a Taubate (San Paolo). A essere coinvolte sono 4.200 persone. Il colosso di Wolfsburg, scosso in questi giorni dal terremoto al vertice (le dimissioni dello storico presidente Ferdinand Piëch), ha iniziato l'anno in forte flessione rispetto ai concorrenti Fca e Gm, pure con vendite in calo. Il mercato brasiliano, infatti, riflette la situazione di crisi del Paese anche se a marzo la flessione delle immatricolazioni ha rallentato (-2,6% sul 2014), segnando però -17% nel primo trimestre. Fca, in questo scenario, ha perso lo scorso mese il primato locale, facendosi superare da Gm. Il calo complessivo delle vendite previsto nel 2015 dovrebbe aggirarsi, secondo le stime di Fenabrave, l'associazione dei concessionari, intorno al 10%, ancora sotto quota 3 milioni di unità. «In tutte le mie esperienze in giro per il mondo - il commento di Marchionne - è a Pernambuco che ho visto compiere la rivoluzione più grande.
È iniziata 5 anni fa, quando abbiamo creduto che nel mezzo di una distesa di canne da zucchero si potesse creare uno dei siti più competitivi al mondo». Ed Elkann: «Vogliamo far crescere Jeep a un livello mai raggiunto nella sua storia». Oggi, sempre in Brasile, il cda di Fca sul primo trimestre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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