La corte di Fca a Gm, non solo continua, nonostante l'ennesimo «no thanks» ribadito dall'arcigna ad Mary Barra, rispondendo alla domanda di un azionista durante l'assemblea, ma ha scatenato un vero pandemonio nel mondo finanziario americano. Se, infatti, si analizza con attenzione l'affermazione di Sergio Marchionne, rilasciata nei giorni scorsi a margine di un meeting a Venezia («Se ho parlato direttamente con azionisti di Gm? Non intenzionalmente...») si comprende come i contatti con i grandi soci del colosso di Detroit siano in corso da parte di importanti istituzioni finanziarie. All'opera, come riporta il Wall Street Journal , ci sono anche alcuni hedge fund . Una fila di banche, dunque, si sta occupando del caso pronta a portare sul piatto dell'ad di Fca il menu migliore, in pratica nomi e cognomi di investitori di peso e spessore favorevoli o, quanto meno, interessati alle nozze Gm-Fca. La posta in gioco è altissima in quanto, oltre alla possibile riuscita dell'operazione, comunque tutt'altro che facile, a far gola alle banche è anche la vicina quotazione del 10% di Ferrari a Wall Street. E non è un caso che Marchionne non abbia ancora annunciato quale sarà il pool di istituti che seguirà il collocamento. Insomma, l'atteggiamento di Marchionne sembra essere quello di attendere che una o più realtà di Wall Street gli portino buone nuove, ottenendo così la possibilità di salire a bordo dell'operazione Ferrari, prevista a metà ottobre.
La nuova precisazione di Mary Barra su Fca, all'assemblea degli azionisti («non abbiamo alcuna intenzione di realizzare un'integrazione con Fiat Chrysler, questa decisione è stata attentamente ponderata e ha un forte supporto all'interno del gruppo; ci stiamo fondendo con noi stessi») non ha comunque sbloccato l'impasse del titolo Gm a New York. «Le azioni del gruppo - spiega un analista - sono da tempo bloccate, incagliate. C'è da pensare, a questo punto, che il mercato guardi con una certa perplessità i progetti ambiziosi presentati dall'ad Barra. Gm interessa tanto a Fca perché è una vera public company ».
È stato il Giornale , alcune settimane fa, a ipotizzare per primo la strategia di Marchionne di voler aggirare il muro innalzato dal management di Gm, puntando così a sensibilizzare i grandi soci, cioè i vari fondi previdenziali capeggiati dall'ex compagno di viaggio in Chrysler, Veba.
Secondo il Wsj una strategia analoga potrebbe essere portata avanti con almeno una casa automobilistica europea. Escludendo Psa (in mano a cinesi e all'Eliseo), Renault (di mezzo c'è sempre lo Stato francese), per ora Volkswagen (nel caos dopo l'uscita di Ferdinand Piëch; e poi c'è la Bassa Sassonia azionista) e Bmw (in mano ai Quandt), potrebbe spuntare Daimler (Kuwait primo socio). Marchionne, al Salone di Ginevra, disse: «Ci sono tedeschi e tedeschi...».
E tra quelli «buoni» fece intendere ci fosse Daimler con il suo ad Dieter Zetsche.Fca, infine, ha sottoscritto, con 12 banche bookrunners , una linea di credito revolving sindacata di 4,8 miliardi per le generali esigenze aziendali e i fabbisogni legati al capitale di funzionamento.
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