Mike Manley, dalla fine di luglio ad di Fca, il 30 ottobre si presenterà alla sua prima vera trimestrale con un assegno di 6,2 miliardi da passare all'incasso nella prima parte del 2019. Un bel colpo, senza dubbio, per un asset tecnologico e di grande valore come Magneti Marelli, ormai pronta a diventare «giapponese» dopo che ne è stato annunciato l'acquisto da parte di Calsonic Kansei, la società ex Nissan appartenente alla galassia Kkr.
Per Magneti Marelli è dunque prevalsa l'opzione cessione rispetto alla ventilata quotazione. E il mercato ha apprezzato: a Milano, le azioni di Fca hanno guadagnato il 3%, a 13,84 euro, dopo essere salite fino a 14,41 euro. Nel gruppo Agnelli, bene Exor (+0,63% a 49,55 euro); in controtendenza Cnh Ind (-0,1% a 9,14 euro) e Ferrari (-0,9% a 100,70 euro).
Cedere la società hi-tech (con i giapponesi Marelli formerà un gruppo da 15,2 miliardi di ricavi, 65mila addetti e 200 tra impianti e centri ricerca nel mondo) per Fca non significa, però, tagliare di netto il cordone ombelicale. «Le attività così combinate - spiega Manley - continueranno a essere uno dei nostri partner commerciali più importanti e vorremmo vedere questo rapporto crescere ulteriormente». La sede, inoltre, resta a Corbetta (Milano) e l'accordo siglato con Calsonic Kansei prevede la salvaguardia dei livelli occupazionali in Italia: sono oltre 10mila, su un totale di 43mila, le persone che lavorano nei 18 stabilimenti del Paese.
«L'operazione - aggiunge l'ad del Lingotto - si è rivelata un'opportunità ideale per accelerare la crescita futura di Magneti Marelli a beneficio dei suoi clienti e delle sue persone eccezionali. Inoltre, viene anche riconosciuta l'importanza strategica di Magneti Marelli. È un altro importante passo nel nostro continuo focus sulla creazione di valore». Soddisfatti Beda Bolzenius, l'ad di CK che guiderà l'azienda combinata, ed Ermanno Ferrari, l'attuale ad di Magneti Marelli che entrerà nel board della nuova realtà. Obiettivo è puntare alla top ten globale. Le due società, infatti, beneficeremo di una presenza geografica e di linee di prodotti complementari, oltre al maggiore investimento in persone, e a processi innovativi.
E mentre il vicepremier con delega al Lavoro, Luigi Di Maio, afferma di essere impegnato «a monitorare la vicenda Magneti Marelli», il collega Matteo Salvini esprime già il suo pensiero: «Se non c'è un saldo negativo per i posti di lavoro in Italia, per me non è un problema. A me interessa che non si chiuda in Italia per aprire altrove».
Positivo il giudizio del sindacato Fim, per voce del segretario nazionale Ferdinando Uliano: «È una operazione che ha al centro le garanzie occupazionale ed è di prospettiva per gli stabilimenti del Paese. Non è una vendita spezzatino».
Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil, lamenta invece la «mancanza di una contrattazione e la non conoscenza di un piano industriale». Il 30 ottobre, in occasione della terza trimestrale 2018 di Fca, Manley spiegherà meglio l'operazione.
Intanto, sui conti
luglio-settembre del Lingotto, il consensus degli analisti si attende ricavi per oltre 28 miliardi, un ebit adjusted di 2,12 miliardi, un utile netto di 1,42 miliardi e una cassa industriale netta per 1,37 miliardi di euro.
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