Ferrari corre verso "un grande anno"

L'ad Camilleri conferma i target 2018. Nel trimestre l'utile è più che raddoppiato

Ferrari corre verso "un grande anno"

Il mercato si aspettava un ebitda adjusted di 282,3 milioni ma Ferrari, seppur di poco, ha mancato l'obiettivo, fermandosi a 278 milioni. È questa la ragione per cui il titolo «Race» ha salutato la prima vera trimestrale del dopo Marchionne, quella firmata dal nuovo ad, Louis Casey Camilleri, con un -1,06% a 103,15 euro. I dati del terzo trimestre, in generale, sono comunque positivi, anche se le azioni del Cavallino dalla scomparsa di Sergio Marchionne hanno perso circa il 4,3%.

Ecco i numeri: utile netto adjusted di 146 milioni (+5%), includendo i benefici dell'accordo fiscale sul Patent Box, e utile netto in crescita del 105% a 287 milioni. I ricavi netti salgono dello 0,3% a 838 milioni. Solido il free cash flow industriale che è di 100 milioni, escludendo l'impatto positivo del Patent Box 2015-2017, che si realizzerà nel quarto trimestre. L'indebitamento industriale netto è a 372 milioni (342 milioni senza il riacquisto di azioni proprie). Nel terzo trimestre, inoltre, le supercar consegnate hanno raggiunto quota 2.262 unità (+10,6%), risultato trainato da un aumento dell'11,4% delle vendite dei modelli V8 (8 cilindri), mentre quelle dei V12 (12 cilindri) sono salite del 7,9%.

«Sono stati tre mesi particolarmente solidi - ha commentato Camilleri durante la conferenza telefonica con gli analisti - che mettono la nostra società sulla strada giusta per raggiungere i target 2018. Guardiamo al futuro forti di un portafoglio ordini consistente in tutte le regioni e per tutti i modelli. Ferrari corre verso un altro grande anno». La maggiore domanda ha riguardato la Portofino (V8) e la 812 Superfast (V12). Prossima al termine del ciclo di produzione è invece l'esclusiva (prezzo a partire da 1,8 milioni) LaFerrari, prima ibrida di Maranello con motore da 963 cavalli. In crescita le consegne in tutte le regioni: +11,3% l'Emea (Europa, Africa, Medio Oriente); +4,6% le Americhe; +6,6% Cina, Hong Kong e Taiwan su base aggregata; +27,5% il resto dell'area asiatica (Apac).

Camilleri è parso più tranquillo rispetto alla prima conference call, avvenuta a pochi giorni dalla drammatica uscita di scena del suo predecessore. E ha quindi confermato gli obiettivi 2018 con oltre 9mila unità, incluse le hypercar, ricavi netti per 3,4 miliardi, un ebitda adjusted uguale o superiore a 1,1 miliardi. Il Cavallino vede, inoltre, un indebitamento industriale netto inferiore a 350 milioni, mentre le spese in conto capitale previste sono per circa 650 milioni. Nella prima metà del 2019, guardando al prodotto, due i lanci previsti, e l'attesa è che almeno una di queste novità segni l'inizio dell'ibridizzazione della gamma come anticipato il 14 settembre. L'impatto delle vendite delle due Ferrari della serie «Icona», Monza Sp1 e Sp2, si vedrà alla fine del prossimo anno.

Il clima del weekend a Monza, per le finali mondiali del Ferrari Challenge, ha infine dato un'iniezione

di fiducia a Camilleri sulla F1: «La stagione 2018 per noi è stata la migliore dal 2008, anche se non siamo ancora dove vorremmo essere. Matematicamente con due gare alla fine, il campionato costruttori è ancora aperto».

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