Il fisco rafforza l’arsenale antievasione. Dal redditometro rivisto agli alert per le autocorrezioni, cambiano le strategie per l’emersione. Innanzitutto cambiano i tempi per la voluntary disclosure. Come ricorda il Sole 24 Ore (il termine per le istanze è stato appena prorogato al 30 novembre con una “coda” al 30 dicembre per la documentazione) significa anche più possibilità di aumentare l’incasso finale dell’operazione rientro dei capitali. Il Fisco ha inoltre rafforzato le operazioni per lo "scambio dati" tra i Paesi. Lo scambio di informazioni con il fisco di Paesi esteri e la cooperazione internazionale forma uno dei capitoli delle strategie di contrasto nel rapporto antievasione del Governo allegato all’aggiornamento del Def. Un ruolo chiave avranno anche le nuove regole comunitarie. Novità anche sul fronte redditometro. Un ritocco per essere più in linea con le richieste arrivate dal Garante della privacy. Il nuovo redditometro riparte dai controlli sul 2011 secondo le indicazioni fissate dal Dm dell’Economia pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 settembre scorso . Escono di scena le stime delle spese basate sulle medie Istat finite al centro delle polemiche. La selezione dei soggetti a rischio si giocherà tutta sui dati delle spese già conosciute dal fisco perché presenti all’interno 3 dell’Anagrafe tributaria. Arriva una stretta sui controlli sui conti correnti.
I dati di sintesi sulle operazioni fiananziarie interne e i movimenti da e per l’estero oltre i 15mila euro. Ormai l’Anagrafe dei rapporti finanziari contiene sempre più informazioni che possono essere utilizzate dal fisco in fase di selezione per definire l’analisi del rischio evasione in base a criteri specifici. Per i conti correnti debutta anche il dato sulla giacenza media. Il contrasto all’elusione ha finalmente regole codificate che serviranno al fisco per contestare le operazioni senza sostanza economica e finalizzate a ottenere solo un vantaggio tributario. Da giovedì scorso (1° ottobre) sono in vigore le norme che definiscono i confini dell’abuso del diritto, finora rimesso solo all’interpretazione dei giudici. Arrivano novità anche sul ravvedimento operoso. La possibilità di mettersi in regola pagando sanzioni ridotte anche dopo che sono iniziati accessi, ispezioni e verifiche da parte delle Entrate o delle Fiamme gialle è l’architrave della strategia che punta sulla compliance. Ma il nuovo ravvedimento operoso - in vigore dallo scorso 1° gennaio - può essere usato anche dai contribuenti che ricevono gli alert, cioè le segnalazioni di anomalia inviate dal fisco.
Novità anche sugli studi di settore. Sempre meno strumento antievasione, e sempre più per incentivare la compliance o, al limite, innescare verifiche più approfondite. Anche se gli accertamenti sono in leggero aumento (da 10.950 nel 2013 a 12.277 nel 2014), il controllo da studi di settore si conferma "marginale ai fini della rettifica delle basi imponibili dichiarate". Beni ai soci: l’obiettivo iniziale dell’istituzione del regime di penalizzazioni sui beni d’impresa concessi a soci e amministratori era quello di evitare le intestazioni fittizie alle società. Dopo una serie di rinvii, l’obbligo di comunicare al fisco i beni concessi dall’impresa e i finanziamenti e le capitalizzazioni ricevute ha trovato un suo appuntamento preciso: il 30 ottobre, come ricorda sempre il Sole 24 Ore. Cambiamenti anche sul fronte Iva. Far sì che l’obbligo di versare l’Iva allo Stato ricada sul soggetto più affidabile. È la filosofia dietro lo split payment e l’estensione del reverse charge alle prestazioni di pulizia, demolizione, installazione di impianti e completamento di edifici, scattati il 1° gennaio scorso. Infine arriva l'e-fattura. L’obbligo di inviare fatture in formato elettronico alla Pa - scattato il 31 marzo scorso - è stato il primo passo.
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