Fisco, tasse: 24 scadenze in un solo giorno

Oggi è un giorno da bollino nero per tutti i contribuenti italiani chiamati alla cassa per 24 versamenti in scadenza

Fisco, tasse: 24 scadenze in un solo giorno

Oggi è un giorno da bollino nero per tutti i contribuenti italiani chiamati alla cassa per 24 versamenti in scadenza. Si pagheranno Irpef, Tasi, Imu, Ires, Iva, Irap e addizionali comunali/regionali, le imprese e le famiglie dovranno versare, secondo i calcoli della Cgia, oltre 50 miliardi di euro. Di questi, 34,8 miliardi finiranno nelle casse dell’Erario, 11 in quelle dei Comuni e 5,3 in quelle delle Regioni. Sul fronte del mattone, eliminate le tasse sull’abitazione principale, con la sola eccezione di circa 73mila immobili di lusso, l’impegno economico più importante sarà il versamento della prima rata di Imu e Tasi sulle seconde e terze case e sugli immobili a uso strumentale: la pagheranno circa 25 milioni di proprietari per un gettito complessivo di oltre 10 miliardi.

E tra le imposte sulla casa in scadenza anche la cedolare secca sugli affitti, cioè la tassa sostitutiva dell’Irpef sui redditi da locazione. E su questa maxiscadenza fiscale, Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia attacca il governo: "Quello di Renzi è l'imbroglio day. Proprio oggi scadono ben 24 tasse per gli italiani. Aver scelto questa data per dedicarla al No Imu day è una contraddizione in termini". "Dopo Monti e dopo Letta e con Renzi - ha aggiunto - il gettito complessivo della tassazione sulla casa ammontava al 2015 a circa 30 miliardi di euro, circa un livello triplicato rispetto al 2011 dopo l'abolizione dell'Ici da parte di Berlusconi". "Parlare di No imu day - ha ribadito Brunetta - è una cosa ridicola, o meglio un imbroglio". E nel dibattito è intervenuto anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia: "Quello di oggi è un Less Tax day, non un no Tax day. È un meno tasse, non un niente tasse. È evidente che alcune cose sono state fatte: cioè la riduzione dell’Irap sul lavoro, la questione Jobs act in chiave fiscale, quindi è evidente che alcuni benefici ci sono.

La nostra premura - ha proseguito Boccia- è che si vada avanti in questa stagione di riforme economiche per una politica che abbiamo definito sui fattori e per la competitività delle imprese italiane, quindi senza arretrare. Dobbiamo creare però un paese competitivo e, in particolare, in rapporto alla Germania - ha concluso - che è un paese industriale che ha dei fattori di competitività superiori all’Italia".

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