La Fondazione ha 45 giorni per cedere il 15% del Monte

Il Credit Suisse libera le azioni in pegno. Oggi la firma con le altre banche creditrici. Ed Equinox svela il piano

La Fondazione ha 45 giorni per cedere il 15% del Monte

La Fondazione Mps strappa un me­se e mezzo di tempo in più per vendere il 15,5% del Monte dei Paschi e trovare le risorse necessarie ad abbattere il pe­so di debiti prossimi al miliardo di eu­ro. Dopo l’assenso del pool di banche capitanato da Jp Morgan,l’ente presie­duto da-Gabriello Mancini ha infatti ot­tenuto ieri anche il via libera dal Credit Suisse a vendere le azioni rimaste in pe­gno all’istituto svizzero a fronte di un’esposizione di circa 300 milioni.

Ora Siena può quindi stringere sulla ricerca dei nuovi soci: i vertici della Fondazione hanno incontrato per la prima volta anche Salvatore Mancu­so, numero uno di Equinox, che vuole rilevare in cordata con altri investitori il 13% del Monte. Equinox può, però, investire direttamente solo 45 milioni (contro una dotazione complessiva di circa 300 milioni); le altre risorse sareb­bero assicurate da soggetti già coinvol­ti dal finanziere siciliano. Durante il vertice, di carattere interlocutorio, Mancuso non avrebbe invece toccato il tema della governance, anche se un pacchetto azionario di tale entità assi­curerebbe un’ampia rappresentanza nel nuovo cda della banca. L’accordo, però, deve essere chiuso in tempo per la presentazione delle liste per il rinno­vo del board: la scadenza è il 2 aprile. Mancuso ha comunque ribadito l’otti­ca del suo progetto che vuole essere di lungo periodo e su base condivisa. Nei prossimi giorni la Fondazione, con l’aiuto dell’advisor Rothschild,esami­nerà quindi le altre proposte. Intorno ai nomi c’è il massimo riserbo, anche se continuano a circolare quelli delle famiglie Malacalza e Seragnoli. Chi, in­vece, ha già assicurato di non voler comprare quote del Monte è l’avvoca­to Gianpiero Samorì, già socio della Bper. Contattato telefonicamente, il fi­nanziere modenese ha assicurato di non essere «interessato» a comprare azioni» o «partecipazioni tali da scon­volgere l’assetto della governance« della banca. Tuttavia, ha ammesso che parteciperà all’assemblea degli azionisti (27 aprile per il rinnovo dei vertici, ndr ) con 200, 300 o 1.000 azio­ni, ma soltanto «per ascoltare».

Tornando alla ristrutturazione dei debiti della Fondazione, oggi è previ­sta la firma dell’impianto, insieme al­l’estensione dell’accordo di standstill con le altre undici banche ormai in sca­denza. Secondo quanto trapelato,l’ac­cordo prevede l’apertura di un conto di garanzia ( escrow account ), dove con­f­luiranno i ricavi derivanti dalla dismis­sione del pacchetto, attesi tra i 500 e i 700 milioni di euro. La ripartizione do­vrebbe avvenire pro- quota, e alla Fon­dazione dovrebbe restare una parte che potrà utilizzare per sostenere i con­tributi sul territorio.

Intanto a Siena aumenta l’attesa per l’arrivo di Alessandro Profumo alla presidenza del Monte dei Paschi al po­sto di Giuseppe Mussari. La nomina dell’ex capo azienda di Unicredit do­vrebbe essere ufficializzata sabato dal­la deputazione dell’Ente senese.

Il giorno

precedente è invece attesa l’ampia protesta sindacale contro il piano di austerity proposto dal diretto­re generale Fabrizio Viola per aumen­tare la redditività della banca anche tramite una riduzione del costo del per­sonale.

RE
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