Fondi e governo preparano le nomine pubbliche

Ecco chi comanda nelle società italiane

Fondi e governo preparano le nomine pubbliche

Quella di questa settimana sarà una zuppa fatta di diversi ingredienti. Partiamo da quello più speziato e cioè la mappa di chi comanda nelle società italiane.
In questi mesi si sta combattendo una battaglia sotterranea, ma non per questo meno cruenta, sul prossimo successore di Domenico Siniscalco alla guida di Assogestioni. Si tratta dell'associazione italiana del risparmio gestito che rappresenta le società domestiche e straniere che gestiscono i nostri quattrini. Detto così, si potrebbe pensare ad uno dei tanti, troppi, centri studi o uffici statistici. In realtà Assogestioni sta assumendo sempre più peso politico, grazie al potere di nomina dei consiglieri di minoranza nelle grandi società quotate italiane.
Domenico Siniscalco si è dovuto dimettere proprio per un potenziale conflitto di interessi con Telecom, società nella quale ci sono consiglieri indipendenti e per la quale la banca dell'ex presidente (Morgan Stanley) sta svolgendo un importante ruolo finanziario. Ma questa è roba del passato. Oggi le banche (che controllano circa due terzi dell'associazione) sono alla ricerca (sapete che qui non si usano ipocrisie dialettiche) di un bel nome che possa guidare Assogestioni e che nel contempo le possa degnamente rappresentare nei loro interessi. Mica facile. Tanto più che se il prossimo presidente dovesse essere scelto prima del prossimo marzo non solo si occuperebbe delle nomine di Telecom&c (dove Assogestioni ha già presentato una lista di sette persone), ma anche degli appetitosi rinnovi dei cda della gran parte delle ex partecipazioni statali.
Per il momento il nome che circola con maggiore insistenza è quello di Attilio Leonardo Lentati classe 1938, ex uomo forte della Ras (prima ancora che finisse nelle mani dei tedeschi) e grande amico del mondo di Mediobanca. Un professionista di grande spessore, senza dubbio. Ma che, rumoreggiano alcuni dei più importanti fondi non bancari e indipendenti di Assogestioni, non è la figura migliore per rappresentare il sentimento del mercato in questo momento. Guardare al futuro di Assogestioni è un buon inizio per capire come si sposteranno gli equilibri nei consigli delle società che contano in Italia.

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Nel 2008 Silvio Berlusconi al termine di un consiglio dei ministri a Napoli e in piena bufera finanziaria disse: «È il momento di comprare azioni Eni ed Enel». Resistete al panico, sono titoli di aziende solide, aggiunse. Pochi giorni fa, a distanza di cinque anni, il presidente del Consiglio, Enrico Letta, questa volta a Trieste davanti a Vladimir Putin avrebbe detto: «Eni ed Enel sono due campioni come Balotelli e Ronaldo». Squadra che vince non si cambia?

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Chi vince senza dubbio sono i funzionari italiani ingaggiati da un organo comunitario. Una sentenza della Corte di giustizia europea li esonera dal pagare le tasse nel Belpaese. Se un soggetto, si legge nella sentenza, si qualifica fiscalmente residente in Italia, sarà assoggettabile sui redditi ovunque prodotti alla nostra super tassazione, eccezion fatta per i redditi erogati dalla Ue. Un funzionario Ue residente fiscalmente a Roma avrà dunque l'indubbio vantaggio di godere della fiscalità di vantaggio comunitaria per quanto riguarda il suo stipendio europeo.

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C'è un piccolo ma agguerrito nucleo della guardia di Finanza che si occupa solo delle star. Si tratta di una pattuglia di berretti gialli dislocata tra Roma e Milano che fa le pulci a tutti i cantanti, attori, scrittori, sportivi e vip televisivi che fatturino più di un milione di euro l'anno. Difficile sfuggire ad un accertamento fiscale se si supera la soglia. Sono specializzati nelle spese dei vip: attenti a scaricare troppi prodotti di bellezza o a fare i furbetti sulle ospitate.

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Una società di consulenza che ha l'oneroso compito di mappare i ricchi miliardari (la Wealth X) si è data la briga di scovare le dieci strade più costose del mondo. Vi diciamo subito che c'è anche una location italiana. Partiamo dal fondo. Alla decima posizione la parigina Avenue Montaigne, con un valore a metro quadro di 26mila dollari: ottima per lo shopping, ma anche per il residenziale. Ci viveva Marlene Dietrich. Segue la scontata Quinta strada di New York (28mila dollari). All'ottavo posto (29mila) c'è la russa Ostozhenka. Recentemente è stato venduto un superappartamento a 48 milioni di dollari. Finalmente, ma solo al settimo posto, c'è la collina del Ramazzino in Sardegna. L'ingegnere De Benedetti vendette la sua villa a 148 milioni di dollari, proprio qua. Seguono Chemin de Ruth a Ginevra, Paterson Hill a Singapore (42.500 a metro), Boulevard General de Gaulle a Cap Ferrat e Avenue Princesse Grace a Montecarlo che vede un prezzo medio a metro quadro pari a 86mila dollari. Arriviamo così al podio. Superlusso a Londra in Kensington Palace Gardens, il quartiere dei miliardari che ha un costo per metro di 107mila dollari.

Numero uno del mondo è il Peak di Hong Kong e il Pollock's Path dove un buco non costa meno di 120mila dollari al metro. Da questa strada c'è una vista incredibile della baia e dei grattacieli, ma quel che conta è l'effetto rarità: tutti vorrebbero avere un appartamento là. In pochi ci riescono.

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