Fondi, un febbraio d'oro: raddoppiata la raccolta

Le sottoscrizioni nette oltre i 14 miliardi. Con i tassi ormai a zero privilegiati gli esteri. Il patrimonio dei prodotti «made in Italy» tocca i 220 miliardi

Più che raddoppiata. La raccolta netta dei fondi comuni aperti in Italia è balzata dai pur rispettabili 6,4 miliardi di euro raccolti a gennaio ai 14,1 miliardi di febbraio: un bottino che porta il totale da inizio anno a 29,1 miliardi. Un ottimo biglietto da visita per il Salone del Risparmio che proprio oggi apre i battenti a Milano sotto l'alto Patronato del presidente della Repubblica, agli oltre 12.000 visitatori attesi con gli interventi del ministro Pier Carlo Padoan e dell'ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder. Tornando ai dati di Assogestioni, nel secondo mese dell'anno, le gestioni di portafoglio hanno incamerato 5,9 miliardi, 3,3 dei quali appannaggio delle gestioni patrimoniali retail e i restanti 2,6 miliardi frutto delle adesioni alle gestioni patrimoniali per investitori istituzionali.

Per quanto riguarda i fondi comuni, i flessibili (5,5 miliardi), restano la categoria di fondi più gettonata, seguita dagli obbligazionari (4,3), dagli azionari (2,3) e dai bilanciati (2,1); in rosso, invece, la raccolta relativa ai monetari (-40 milioni), penalizzati dai tassi ormai vicini allo zero. I flussi mensili e le performance dei mercati hanno determinato una lieve contrazione del peso del patrimonio dei fondi obbligazionari (dal 45,2% al 44,5%) sul totale e di quello dei monetari (dal 3,7% al 3,6%) favorendo un incremento di share market per i flessibili (dal 22,5% al 22,7%), per gli azionari (dal 21,1% al 21,5%) e per i bilanciati (dal 6,6% al 6,8%).

Nel mese di febbraio, infine, i fondi esteri sono stati i protagonisti del mercato con oltre 11,2 miliardi di nuove sottoscrizioni (14,3 miliardi da inizio anno) contro i 2,9 miliardi confluiti sui fondi di diritto italiano (6,3 miliardi da inizio anno). Il patrimonio complessivo dei fondi esteri è salito così a 514 miliardi (pari al 70% del totale), mentre quello dei prodotti made in Italy a 220,7 miliardi (30%).

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