Week end di lavoro per salvare il matrimonio Eads-Bae: il progetto di fusione da 45 miliardi di dollari tra il gruppo aerospaziale franco-tedesco e quello britannico della difesa è in stallo e rischia il fallimento. Il negoziato si avvicina, infatti, alla scadenza del 10 ottobre, indicata dalle autorità di Borsa d'Oltremanica per il raggiungimento di un'intesa, da cui nascerebbe il numero uno mondiale del settore, targato Europa, in grado di superare per ricavi il colosso statunitense Boeing e il gruppo Usa della Difesa Lockheed Martin.
I nodi da sciogliere sono soprattutto a livello di governi. Tra Francia, Germania e Gran Bretagna è braccio di ferro sulla quota di partecipazione nella nuova società, che sarebbe controllata al 60% da Eads e al 40% da Bae. Parigi oggi possiede il 15% e scenderebbe al 9% mentre Berlino, che non ha partecipazioni in Eads (il 22,5% è della società automobilistica Daimler), secondo indiscrezioni, vuole poter acquistare lo stesso numero di azioni della Francia. Nulla da eccepire da parte di Londra che, però, chiede un impegno scritto da parte francese a non comprare la quota (7,5%) che il gruppo editoriale Lagardère intende cedere nel medio termine. Se un governo superasse il 10 per cento del nuovo colosso, infatti, rischierebbe di compromettere le commesse nel campo della Difesa dagli Stati Uniti, che diffidano delle industrie pubbliche: Parigi è d'accordo ma non vuole metterlo nero su bianco. Altro scoglio da superare è quello della sede della nuova società. La Germania punta ad essere il centro di comando: Bae, dal canto suo, ha naturalmente come obiettivo la Gran Bretagna. Fra l'altro, il numero uno del gruppo franco-tedesco, Tom Enders, ha già trasferito il quartier generale a Tolosa, la base di Airbus.
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