Il governo multa Tim per 74,3 milioni

La sanzione pesa sul piano di Elliott di tornare al dividendo

Il governo multa Tim per 74,3 milioni

A Tim non è bastato cambiare la governance per evitare la multa del governo per aver violato l'obbligo di notifica insito nell'acquisizione del 23,9% del capitale da parte del socio di controllo, Vivendi. Ieri era l'ultimo consiglio dei ministri del governo di Paolo Gentiloni e quindi una decisione in tal senso era d'obbligo. Alla fine è arrivata una multa da 74,3 milioni di euro, inferiore alla crifra di 300 milioni circolata nelle ultime settimane ma che comunque peserà sui conti 2018 dell'ex-monopolista. La multa è in pratica il verdetto finale del governo dopo aver sentito il parere del comitato per il «golden power» istituito a Palazzo Chigi dopo l'avvio di una procedura scattata nell'agosto scorso vista la presenza con una quota consistente del gruppo francese in Tim. Il gruppo telefonico aveva sostenuto che non sussisteva nessun obbligo di notifica «non avendo Tim mai adottato alcuna delibera, atto o operazione che avesse per effetto una modifica della titolarità, del controllo o della disponibilità della rete oggetto delle norme di legge in materia di golden power». Il governo però è andato dritto per la sua strada nonostante le aperture, da parte di Vivendi, sullo scorporo della rete e i numerosi incontri dell'ad della societò Amos Genish con il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda. Tim, che non ha ancora ricevuto la notifica ufficiale della sanzione, si attendeva però una multa sotto i 50 milioni. Questo perchè, pur essendo il fatturato di Telecom pari a circa 19 miliardi, la multa per non aver rispettato il golden power deve essere calcolata solo sulle attività italiane. E dunque, dato che la sanzione è stata di 74 milioni, i ricavi presi in considerazione sono di circa 7 miliardi, dato la percentuale prevista per questo tipo di sanzioni è di circa l'1% del fatturato. È comunque palese che la multa impatterà sull'ebitda (ossia sul margine operativo lordo) che è pari a circa 8 miliardi, e sugli utili. Tim, nel piano triennale prevedeva una crescita low single digit pari a 150 milioni all'anno. La multa dunque si «mangia» la metà dell'incremento annuo dell'utile previsto ed erode il risultato della gestione industriale rendendo dunque più difficile al nuovo azionista, ossia in fondo Usa Elliott, portare a termine uno dei punti previsti dal suo piano, ovvero il ritorno al dividendo.

Tim presenterà ricorso contro la sanzione, che per altro era stata già annunciata dal ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda. E confermata nonostante l'ingresso della Cdp, controllata dallo Stato, nell'azionariato di Tim. Ieri il titolo Telecom è sceso in Borsa del 2,37 per cento.

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