Guadagnare in Borsa con l'inflazione

Dalle azioni si può strappare il 5%, bene i Pac. Ma ora bisogna saper selezionare

Guadagnare in Borsa con l'inflazione

Dopo un lungo periodo di assenza, a settembre l'inflazione è tornata a fare capolino anche in Italia. (+0,1%). Non è tanto ma visto che in Europa si viaggia a +0,4% e che in Germania si intravede un'accelerazione (+0,7%), i prezzi al consumo potrebbero aver imboccato la strada del rialzo sulla scia del target della Bce (2%). Obiettivo che potrebbe essere agevolato dal pre-accordo dell'Opec per ridurre la produzione di petrolio. L'incertezza però in Borsa rimane alta, soprattutto dopo che il caso Deutsche Bank ha confermato quanto il settore bancario europeo (-23% da inizio anno in Borsa), sia fragile. Ecco allora come investire fino alle elezioni presidenziali americane dell'8 novembre.

AZIONI, BENE TECNOLOGIA E SALUTE

Chi punta sulle azioni può strappare un rendimento del 5% nell'arco di sei mesi. Poiché l'incertezza è massima (se andasse tutto storto la perdita potrebbe toccare il -10%) è però bene ridurre il peso delle azioni in portafoglio, alleggerendo l'esposizione a Europa e Giappone. Se però è attivo un Pac azionario, occorre continuare i versamenti proprio per sfruttare le oscillazioni di Borsa. Quanto ai settori, vale la pena mantenere i titoli tecnologici che stanno beneficiando dei buoni risultati d bilancio e delle fusioni in corso. Da mantenere poi il settore farmaceutico, un po' «caro» ma con tassi di crescita sui ricavi superiori alla media. Interessanti anche gli industriali, a patto però di saper scegliere (quindi meglio affidarsi a un buon fondo a gestione attiva), e le costruzioni. Da tenere d'occhio poi il settore delle tlc, mentre sono da sottopesare settori come utilities e alimentari, perché diventati cari. Infine, occorre molta prudenza prima di puntare su titoli bancari o assicurativi, oggi «prede» della speculazione.

BOND HIGH-YIELD, MA CON I FONDI

Dalle obbligazioni si può strappare un rendimento del 2%, sempre guardando da qui a marzo (-4% la perdita potenziale massima). Guardando all'Eurozona, il consiglio è di mantenere in portafoglio Bot e Btp; mentre andrebbero venduti quelli tedeschi così da stare alla larga da tutte le emissione che danno un rendimento negativo. Il rialzo di 2 settimane fa dei tassi a lungo termine (con il bund decennale ritornato a rendimento positivo) è la conferma che il minimo dei tassi negativi è stato raggiunto. Quanto ai bond societari, malgrado non si vedono grandi margini di guadagno tre le emissioni investment grade, l'indicazione è di mantenere in portafoglio etf e fondi corporate bond euro ma non aumentarne il peso. Da evitare comunque il fai-da-te facendo trading sulle singole emissioni. Interessanti invece le obbligazioni high yield (sia in area euro sia dollaro), ma è bene avvicinarvisi con i fondi così da limitare il rischio di inciampare in qualche crac, soprattutto tra gli energetici Usa. Da valutare infine i titoli «inflation linked»: hanno valutazioni non eccessive e nel caso l'inflazione si riaccenda con forza, potrebbero dare ottimi rendimenti. Da valutare infine, ma senza esagerare (10-20% in portafoglio) i fondi obbligazionari Paesi emergenti.

VALUTE E ORO DOMANO IL RISCHIO

Una quota strutturale del 30% in titoli in valuta estera è la minima consigliata (si potrebbe arrivare addirittura fino al 50%) puntando su dollaro Usd, sul dollaro australiano, sullo yen giapponese, sul renminbi cinese (che è entrato a far parte del paniere delle valute dell' Fmi) e sulle monete dei paesi emergenti (tramite etf o fondo monetario valute emergenti). Il rendimento potrebbe arrivare al 3%.

E un altro 5% di guadagno potrebbe arrivare dall'oro (-5% la perdita massima stimabile in sei mesi): un 5% in portafoglio, tramite etf, permette di diversificare i rischi e di avere una copertura sia contro l'inflazione che in caso di turbolenze di mercato.

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