Questa settimana ci occupiamo, brevemente non vi preoccupate, di Guido Rossi. Il grande avvocato della finanza che conta. Un sofisticato collezionista d'arte. Il tarantiniano Mr Wolf della city milanese: se c'è un problema lui lo risolve. I maligni sostengono che oggi critichi senza se e senza ma il dorato mondo dei bankers, ma che fino a ieri proprio grazie a loro è diventato uno dei primi contribuenti di Milano.
Certo, a leggere le consulenze e le difese prese negli ultimi anni in mano dall'avvocato c'è di tutto: dall'Abn Amro alla Fiat, da Fastweb a Telecom. Ma la lista è decisamente più lunga: pensate una società e troverete una consulenza di Rossi e della sua boutique. Ebbene, ieri si è dimesso da garante del codice etico della Consob. Un incarico da 10mila euro l'anno: peanuts da quelle parti. Walter Galbiati ha ricostruito sul sito di Repubblica l'ipotesi di un potenziale conflitto di interesse, tra Rossi e la Consob. L'avvocato sarebbe infatti consulente di Unipol e del finanziere Vincent Bolloré, proprio uno dei dossier caldi affrontati dal presidente dell'Authority, Giuseppe Vegas, in questi ultimi mesi.
Ma nel piccolo mondo degli affari milanesi, c'è chi invece mette in relazione la lettera di dimissioni di Rossi a quella, simile, inviata prima dell'estate da Angelo Provasoli. Il professore della Bocconi si dimise dal collegio sindacale della Consob per poter accettare la designazione alla presidenza della Rcs, che da lì a poco arrivò.
D'altronde una cosa è essere consulente di una società quotata e un'altra è assumerne una presidenza. Senza giri di parole, a quale presidenza pensa Guido Rossi? In questo momento c'è solo una poltrona importante sulla quale c'è scritto il nome di Guido Rossi. Ed è Finmeccanica. È inutile in questa zuppa ricordare per filo e per segno la grave impasse giudiziaria in cui si trova il gruppo della Difesa. Ma è semplice rammentare come Rossi sia l'uomo giusto per la aziende in piena bagarre investigativa. Fu precisamente per questo motivo che Marco Tronchetti Provera decise di portarlo alla guida della Telecom, in piena campagna intercettazioni telefoniche. E fu proprio Rossi, in commissione parlamentare, a mettere la parola definitiva sull'inesistenza di alcuna intercettazione telefonica commissionata dal gruppo. Rossi è l'uomo delle emergenze, soprattutto quelle legali. È per questo motivo che a Roma è iniziato a circolare il suo nome come possibile presidente di garanzia della Finmeccanica.
Ps. Il duro Gianni Stella ha incontrato la settimana scorsa i dirigenti dell'emittente televisiva La7. Chi l'ha ascoltato è sobbalzato sulla poltrona. Non certo per i modi spicci del manager, a cui lentamente tutti si sono abituati. Ma per due rivelazioni. La prima è la sfiducia manifestata dal manager sulla possibilità che la vendita de La7 si perfezioni entro la fine dell'anno. E la seconda è l'esistenza di un contenzioso legale con il gruppo Cairo. E che sarebbe incardinato al Tribunale di Milano. In realtà, come ha rivelato ieri Claudio Plazzotta su Italia Oggi, i due advisor della vendita (Mediobanca e Citi) starebbero ufficializzando la cosa ai potenziali compratori.
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