Economia

Dopo i motori del boom il grande passo in India

Andrea Dell'Orto guida il gruppo Dell'Orto Spa: dai carburatori all'elettronica automotive

Dopo i motori del boom il grande passo in India

Andrea Dell'Orto, 48 anni, rappresenta la terza generazione di un'azienda specializzata nella fabbricazione di carburatori, la Dell'Orto Carburatori, di cui oggi i vari rami della famiglia possiedono l'intero capitale: il nonno, con altri due soci, la fondò nel 1933 in Brianza e riuscì a cavalcare tutta la grande ondata della motorizzazione italiana, a due e a quattro ruote.

I suoi primi grandi clienti furono nomi come Guzzi, Benelli, Piaggio. Poi, dagli anni Sessanta, passò a fornire anche l'industria automobilistica, condividendone l'evoluzione tecnologica. Nel 2008, anno della grande crisi dell'automotive, Andrea Dell'Orto - che guida l'azienda dal 2005 assieme al fratello Luca punta su due strade: innovazione e internazionalizzazione. Nasce un nuovo stabilimento a Cabiate, uno dei primi in Italia a ciclo integrato (è tutto interno, dalla fonderia alla produzione all'assemblaggio), dove entrano automazione e robotica; anche il prodotto si evolve, dai carburatori ai corpi farfallati alle centraline elettroniche. Una politica di investimenti che permette alla Dell'Orto di aumentare, oltre al fatturato, anche l'occupazione.

L'altra linea strategica è l'internazionalizzazione, con lo sbocco sui mercati asiatici. L'azienda aveva già avviato una prima produzione in India nel 2006, con un socio locale, finalizzata all'esportazione di carburatori per il mercato europeo. Nel 2008 l'impostazione cambia radicalmente: comincia la produzione di corpi farfallati per il mercato indiano, per moto e per la city car Tata Nano e poi per le auto low cost di Renault, le cosiddette «people car». Nasce la Dell'Orto India, 100% Dell'Orto. Lo stabilimento di Pune, il distretto dell'automotive indiana, ha una produzione tutta destinata al mercato asiatico (Piaggio compresa).

Si tratta quindi di una storia di vera internazionalizzazione, e non di delocalizzazione, perché il mercato indiano è stato aperto senza ridurre investimenti e occupazione in Italia, che sono, al contrario, ai loro massimi nella storia aziendale. I pezzi costruiti in India infatti non vengono importati ma sono destinati direttamente al mercato locale, che ha un potenziale enorme: basti pensare che in Italia oggi si vendono circa 400mila scooter all'anno, in India 18 milioni.

Il gruppo Dell'Orto nel 2016 ha fatturato 80 milioni di euro (erano 51 nel 2013), di cui il 60% costituito da export, con un utile netto 2 milioni; e occupa circa 350 addetti.

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