I prezzi “bugiardi” dei costruttori di aerei

Airbus rende noti i listini del 2016: un A 380 costa 432,6 milioni di dollari. Nessun cliente paga quelle cifre, ma gli sconti restano un mistero. Le manovre di bilancio delle grandi compagnie

I prezzi “bugiardi” dei costruttori di aerei

Airbus annuncia di aver ritoccato, dal primo gennaio, il proprio listino prezzi, che salgono, mediamente dell'1,1%. Fa effetto scorrere la tabella, che va dai 75,1 milioni di dollari per un A318, il più piccolo della famiglia, fino ai 432,6 milioni di un A 380, attualmente l'aereo commerciale più grande del mondo. Un aereo è il prodotto industriale “a catalogo” più caro che ci sia e, per una compagnia, corrisponde a quello che è l'acquisto di uno stabilimento per un'industria manifatturiera. Il punto è che questi prezzi-standard, tanto vistosi, non li paga praticamente nessuno. La politica degli sconti è top-secret, e sia venditore che compratore si impegnano a non diffondere i valori dei singoli contratti, che sono sempre diversi uno dall'altro. Parliamo di Airbus, ma le logiche sono identiche anche per l'altro grande produttore mondiale, Boeing. Il prezzo di listino viene utilizzato solo nelle comunicazioni al grande pubblico, quando le compagnie annunciano i propri ordini, attribuendo ad essi valori ufficiali che suscitano stupore e ammirazione. Il prezzo vero può essere del 20, del 30, anche del 50% inferiore: dipende dalla capacità contrattuale e, ovviamente, dal numero di aerei ordinati. Va anche considerato che il listino indica aerei motorizzati e allestiti in maniera standard, mentre le compagnie in genere comprano i motori in fabbrica e fanno allestire gli interni da fornitori specializzati, con ulteriori risparmi.

Il prezzo pagato finisce però a bilancio, e va a sostenere le strategie finanziarie di una compagnia. I grandi ordini (con grandi sconti-quantità) hanno sempre caratterizzato, in particolare, le compagnie low cost, Ryanair e Easyjet. Gli acquisti, di centinaia di aerei al colpo, tutti uguali, fanno parte di una logica sulla quale questi vettori hanno costruito profitti importanti. Semplificando al massimo, funziona così: l'aereo viene pagato a un prezzo favorevole, più basso della media di mercato, proprio perché l'ordine è massiccio; la compagnia decide di ammortizzare la flotta in tempi rapidi, in maniera tale che, ad ammortamento compiuto, l'aereo conservi un valore di mercato superiore a quello di libro. Il risultato è un profitto sulla vendita, mentre in flotta cominceranno ad arrivare altri aerei acquistati con la stessa logica, garantendo massima efficienza, minori costi di manutenzione e costante aggiornamento tecnologico.

Poiché nelle flotte delle compagnie aeree ci sono all'incirca una metà di aerei in leasing, in questo caso il discorso sui prezzi e sui vantaggi di bilancio resta lo stesso ma si sposta alle compagnie di noleggio (i lessor) i quali hanno dimensioni tali da giustificare ordini per centinaia e centinaia di aerei alla volta, ottenendo, a maggior ragione, una scontistica che rende i listini ufficiali praticamente carta straccia.

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