Intesa tende la mano alle pmi artigiane

Accordo con Cna per gestire servizi come buoni pasto e visite mediche

Cinzia Meoni

Intesa Sanpaolo rafforza il suo legame con le piccole e medie imprese e stringe un accordo con Cna (la Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa a cui aderiscono 700mila aziende circa), per sostenere il welfare aziendale anche delle micro realtà. Più in dettaglio, la banca guidata da Carlo Messina ha predisposto «un welfare hub» ovvero una piattaforma digitale su cui sono accessibili ai dipendenti delle imprese aderenti tutti quei servizi aggiuntivi allo stipendio mensile che godono di benefici fiscali e contribuiscono al benessere del capitale umano con polizze sanitarie integrative, check up, buoni pasto, abbonamenti a palestre e a riviste o opportunità di istruzione, rafforzando il legame tra dipendente e azienda. Finora sono già un migliaio le aziende che hanno sperimentato il welfare hub, coinvolgendo 60mila dipendenti che hanno scelto come utilizzare il proprio credito welfare tra una vasta gamma di servizi diffusi su tutto il territorio nazionale (sono oltre 20mila gli esercizi già convenzionati). «E la speranza è che, anche grazie a Cna, questi numeri possano crescere», ha esordito Andrea Lecce, responsabile direzione sales&marketing privati e aziende retail della banca nel corso della presentazione avvenuta ieri a Milano.

«Vogliamo accompagnare lo sviluppo delle aziende italiane oltre che attraverso l'erogazione del credito (nel 2018 sono stati erogati due miliardi alle sole pmi) anche con servizi che consentano loro di diventare ancora più competitive. Per questo, in un'ottica di partnership a 360 gradi con le aziende clienti, abbiamo deciso di sviluppare una piattaforma di servizi welfare», ha detto Stefano Barrese, responsabile di Banca dei Territori Intesa. In merito è poi intervenuto Sergio Silvestrini, segretario generale della Cna, che ha sottolineato come «un welfare efficace rappresenti una delle condizioni per raggiungere livelli competitivi più alti».

L'offerta può, infatti, portare a un incremento delle performance dei lavoratori e, in ultimo, a un miglioramento dell'intero scenario economico italiano.

D'altro canto, secondo lo studio presentato da Fabrizio Guelpa, della direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, le pmi rappresentano il 99% del totale imprese, il 79% in termini di occupazione, il 69% per fatturato e generano il 50% dell'export manifatturiero.

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