Economia

Intesa-Ubi, si crepa il fronte del "no"

Fondazione Banca Monte di Lombardia: "Pronti a valutare l'Ops". Occhi sul Car.

Intesa-Ubi, si crepa il fronte del "no"

Nuovo colpo di scena nella partita tra Intesa Sanpaolo e Ubi. Il fronte degli azionisti storici di Ubi inizia a sgretolarsi proprio mentre è in partenza il count down per il lancio dell'offerta pubblica di scambio (Ops) che prenderà il via in Piazza Affari il prossimo 6 luglio per poi chiudersi il 28 luglio.

Dopo mesi di guerra, arrocchi, ricorsi per Tribunali e Autorità garanti uno dei principali azionisti di Ubi, Fondazione Banca del Monte di Lombardia, tende a sorpresa la mano alla Ca' de Sass. «Siamo disponibili a valutare i termini dell'offerta», ha dichiarato Aldo Poli, presidente della Fondazione che di Ubi ha il 3,95% del capitale ed è tra i principali soci del Car, il patto di sindacato che raccoglie il 20% circa del capitale e che fin da subito ha aperto le ostilità nei confronti dell'offerta di Intesa, ritenendola «inadeguata» e «inaccettabile». Poli ha poi sottolineato al Sole 24 Ore come l'interesse della Fondazione risieda nella «tutela del territorio», un ambito su cui Carlo Messina, ad di Intesa Sanpaolo, ha sempre dato ampie rassicurazioni, sottolineando anche di recente come nel triennio 2021-2023 siano previste «ulteriori erogazioni di credito per 10 miliardi l'anno a sostegno dell'economia reale». Lo stesso Poli non ha poi nascosto l'auspicio di un ritocco al rialzo dei termini dell'offerta (17 titoli della Ca' de Sass per ogni 10 azioni Ubi consegnati all'Ops) anche se su questo fronte Messina ha finora negato ogni apertura.

Già Giuseppe Lucchini, socio allo 0,6% di Ubi e membro del Sindacato degli azionisti della banca (che detiene complessivamente il 7,9% circa del capitale) aveva deciso qualche settimana fa di svincolarsi dal patto, in quanto interessato a considerare la proposta di integrazione presentata da Intesa. Ma la crepa creata dall'istituzione pavese è ben più ampia e potrebbe essere seguita da Fondazione Cr Cuneo (al 5,9% del capitale) che, proprio come Fondazione Banca del Monte di Lombardia, ha arruolato Sociéte Générale quale advisor per l'operazione. L'apertura di Poli è arrivata alla vigilia del giorno in cui il cda di Ubi è chiamato ad esprimersi sull'Ops di Intesa Sanpaolo che, presumibilmente, dovrebbe bollare come «ostile». «Riteniamo che la stragrande maggioranza degli investitori istituzionali offrirà le proprie azioni Ubi all'Ops e che anche alcuni membri dei tre sindacati che possiedono collettivamente il 28% della banca potrebbero seguire l'esempio, nonostante la pubblica disapprovazione dei termini dell'offerta», commentano gli analisti Exane Bnp Paribas che ha ridotto la propria valutazione su Ubi (a reduce con un target a 3 euro da neutral a 3,6 euro).

Al di là della pronuncia del cda di Ubi, in calendario ci sono poi almeno altre due date cruciali: il 24 luglio, quando davanti al Tribunale di Milano si terrà la prima udienza sulla questione dell'avveramento del Mac (material adverse change) e il 25 luglio, quando è attesa la decisione dell'Antitrust.

Ieri infine è sceso in anche il Codacons che ha presentato una istanza alle due banche e alla Procura della Repubblica di Milano per chiedere che massima trasparenza nelle comunicazioni al mercato e chiarimenti su alcuni aspetti dell'Offerta pubblica di scambio a tutela dei piccoli azionisti.

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