L'aumento di capitale da 700 milioni del Credito Valtellinese è partito ieri con un crollo del titolo a 0,104 euro, che per chi esercita il diritto di opazione corrisponde a una perdita del 7,13% rispetto alle ultime quotazioni di venerdì scorso. Ma i diritti sono invece sprofondati del 66,83% a 2,55 euro, dopo diverse sospensioni in asta di volatilità. Il Creval offre agli azionisti circa 7 miliardi di nuove azioni al prezzo di sottoscrizione di 0,1 euro e nel rapporto di 631 nuovi titoli per ogni azione posseduta.
L'operazione è garantita da un consorzio di 11 banche guidato da Mediobanca. Cui si sono aggiunti tre sub-garanti - Algebris, Credito Fondiario e Dorotheum - che in caso di inoptato potranno intervenire nell'aumento per un totale di 55 milioni. Un'operazione «al bacio», azzarda con una battuta qualche analista. Riferendosi ai prestiti «baciati» che hanno tenuto banco nella vicenda delle popolari venete. In quel caso il cliente che chiedeva un mutuo lo otteneva - di ammontare più elevato o magari a un tasso più favorevole - a patto di comprare azioni della banca, per altro non quotata (e che dunque si autoassegnava un valore). Si scambiavano azioni con finanziamenti, spesso con risparmiatori non esperti e dunque ignari dei potenziali rischi del do ut des. Nel caso dell'aumento di capitale del Creval, ovviamente, il «bacio» è diverso soprattutto perchè stiamo parlando di due banche quotate e della prima ricapitalizzazione varata con le nuove regole europee della Mifid 2 a difesa dei risparmiatori. Lo scambio avviene, inoltre, fra attori estremamente qualificati e consapevoli di offrire un paracadute da aprire (acquistando azioni) se la ricapitalizzazione non dovesse riscuotere il pieno successo.
In cambio, cosa ottengono i tre «subgaranti»? Il fondo di Davide Serra si è impegnato con per 20 milioni avrà l'esclusiva sull'acquisto di un portafoglio di 250 milioni di inadempienze probabili, Credito Fondiario (per altri 20 milioni) su un portafoglio simile e sarà master servicer della cartolarizzazione di crediti problematici da 1,6 miliardi, quanto a Dorotheum (per un impegno di 15 milioni) avrà l'esclusiva sulla cessione del credito su pegno. Lo scambio sarà anche sul prezzo dei deteriorati? «Le condizioni di prezzo indicate negli accordi aventi ad oggetto la cessione di Crediti Deteriorati sono stati definiti da Creval, d'accordo con le rispettive controparti, tenendo conto, tra l'altro, delle condizioni a cui sono avvenute operazioni analoghe realizzate con le medesime controparti in passato», si legge nel prospetto dell'aumento.
Ciò nonostante, viene evidenziato subito dopo nero su bianco, «tale negoziazione - tenuto conto del contesto e dei rispettivi impegni assunti dalle parti - è avvenuta in una situazione di potenziale conflitto di interessi».
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