L'Europa garantisce i crediti alle Pmi

La ripresa in Europa dipende soprattutto dalle piccole aziende, frenate dalla stretta del credito che ha raggiunto un picco negativo. La Commissione europea si aspetta che, nei prossimi anni, l'85% delle nuove assunzioni avvenga proprio nelle Pmi e per superare la «strettoia» dei finanziamenti che rischia di vanificare la ripresa, metterà a disposizione, dal 2014 al 2020, 2,3 miliardi di euro all'anno sul nuovo programma Cosme.
Il piano è stato presentato ieri a Roma dal vicepresidente dell'esecutivo Ue Antonio Tajani, responsabile per l'industria e l'imprenditoria, che ha auspicato «azioni straordinarie» a tutti i livelli per superare quello che resta «il maggiore ostacolo sulla via della ripresa: la stretta creditizia». Anche perché, «malgrado qualche timido segnale di ripresa, l'Ue non è ancora riuscita a lasciarsi alle spalle la crisi».
Il Cosme è un programma dedicato espressamente alla competitività, che mira a facilitare l'accesso al credito e a promuovere l'internazionalizzazione delle piccole imprese. Il meccanismo scelto dalla Commissione consiste in una garanzia per prestiti alle Pmi fino a un importo di 150mila euro. Il 60% del bilancio stimato sarà dedicato a strumenti finanziari di garanzia per il venture capital. Il sostegno alle aziende arriverà attraverso gli intermediari finanziari dei Paesi membri: banche, società di leasing e fondi di capitale di rischio.
L'impatto dovrebbe essere superiore alla cifra stanziata da Bruxelles (2,3 miliardi). La Commissione prevede che, grazie al Cosme, si attivi un aumento annuo di 3,5 miliardi di euro in prestiti addizionali per circa 40mila imprese, con un impatto nel Pil Ue di 1,1 miliardi di euro.
Il manifatturiero ha già dato segnali di recupero in Europa ma «la base industriale continua ad erodersi: dal 15,5 per cento del Pil dello scorso anno siamo al 15,1 per cento», ha spiegato Tajani, che nell'esecutivo europeo spinge per misure pro sviluppo.
«Dopo l'austerità, di cui sicuramente paghiamo gli eccessi, ora dobbiamo puntare su misure di stimolo per la domanda interna e al rafforzamento della nostra competitività. Per questo serve una Industrial Compact che integri e bilanci quello fiscale».


Presente al convegno, ospitato dalla rappresentanza in Italia della Commissione, anche il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato. «Aumentare le possibilità di finanziamenti alle imprese - ha detto - è uno dei fattori che può rimettere nuovamente in moto l'economia».

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