Il governo ha fretta di aggiudicare la vendita dell'Ilva alla cordata guidata dalla multinazionale franco-indiana ArcelorMittal e il tavolo con i sindacati salta. «Il confronto tra le parti ripreso ieri dopo l'incontro di inizio settimana non c'è praticamente stato. Il governo ha ammesso che, per rispettare i tempi della legge, non si può andare oltre il 5 giugno per l'aggiudicazione», hanno riferito i sindacati. Mentre fuori dai cancelli del polo produttivo di Taranto andava in scena uno sciopero di 4 ore, a cui hanno aderito circa 2mila dipendenti (su 3mila) con qualche momento di tensione, anche a Roma il clima era incandescente. Pare infatti che la cordata AmInvestco (ArcelorMittal all'85% accanto a Marcegaglia e Intesa Sanpaolo) abbia la strada spianata e che i concorrenti di AcciaItalia (Del Vecchio, Arvedi, Cdp e Jindal) siano fuori gioco. Nonostante AmInvestco abbia messo nero su bianco 5.800 esuberi, contro i 3.900 di AcciaItalia.
Dall'aggiudicazione si aprirà dunque il confronto negoziale con ArcelorMittal sul piano: il governo ha garantito che l'esito della trattativa con i sindacati sarà vincolante per validare il conferimento. «Avevamo chiesto di approfondire il piano prima dell'aggiudicazione - ha spiegato Maurizio Landini - ci è stato detto di no: è un atto di cui il governo si assume la responsabilità. Non vogliamo sentire parlare di esuberi e ricordiamo che ci deve essere il consenso dei 14.200 lavoratori. Per questo è importante lo sciopero fatto a Taranto e quello previsto lunedì a Genova e a Novi Ligure». Il confronto non sarà però facile. Nel 2012 per la minacciata chiusura degli altoforni di Florange, ci fu un lungo braccio di ferro tra l'Eliseo e ArcelorMittal. L'ex ministro dell'Industria francese aveva addirittura dichiarato di non volere più il gruppo nel Paese.
Uno spiraglio, remoto, potrebbe arrivare da una verifica del Mise presso l'avvocatura di Stato per un parere sulla possibilità di riaprire la gara di aggiudicazione dell'Ilva, ma solo sul prezzo. Intanto sono arrivati in Italia 1,1 miliardi di euro, frutto del patteggiamento con la famiglia Riva. Mancano ancora 200 milioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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