I soldi di Berlusconi non arriveranno. Carlo De Benedetti se li tiene stretti. E la Repubblica fa sciopero: oggi il quotidiano non è in edicola e in cantiere ci sono già altri 10 giorni di agitazione. Al gruppo Espresso-La Repubblica ci avevano fatto conto: con i 494 milioni che la Corte di Cassazione ha definitivamente imposto alla Fininvest di versare alla Cir di Carlo De Benedetti, i giornalisti e i poligrafici della Repubblica pensavano che l'editore De Benedetti avrebbe potuto tornare sui suoi passi e rivedere il progetto appena annunciato di 80 prepensionamenti su 440 redattori. Lo avevano addirittura scritto sul loro giornale, con un comunicato del cdr (la rappresentanza sindacale dei giornalisti). Invece niente.
Il gruppo guidato da Monica Mondardini, qualche giorno fa, ha annunciato ai dipendenti che tra carta e digitale Repubblica potrebbe chiudere il 2014 in rosso. Servono 30 milioni, e 13,9 di questi sono stati individuati nei tagli ai giornalisti: 81 prepensionamenti. La reazione dei lavoratori è stata quella di chiedere lumi sul progetto editoriale e industriale che avrebbe accompagnato i tagli. Poi è arrivato il Lodo Mondadori, con la sentenza di Cassazione e i 494 milioni in più nella casse Cir (che controlla il gruppo). Ma l'azienda non ha voluto cambiare programmi: ha sì accettato un confronto, ma senza frenare. Anzi, iniziando le procedure per la richiesta dello stato di crisi. Di qui la protesta dei giornalisti, l'assemblea di ieri, lo sciopero e il pacchetto per altri 10 giorni da spendersi nelle prossime settimane.
Il confronto è anche giocato sui numeri. Non solo sui 494 milioni di Berlusconi. Ma anche sui dividendi (oltre 120 milioni), che Repubblica ha versato a Cir e dunque all'Ingegnere negli ultimi 5 anni. E pare anche su una multa di 220 milioni, comminata al gruppo in seguito a operazioni irregolari svolte sui titoli e sui dividendi, che però pesa sul bilancio del gruppo. Un procedimento in attesa di giudizio definitivo. Tutto questo messo insieme, per i dipendenti di Repubblica, giustificherebbe un atteggiamento perlomeno più collaborativo nei confronti di una redazione alla quale si chiedono oggi sacrifici.
Tanto più ora che ci sono i soldi di Berlusconi. Almeno si conoscessero i piani industriali: la stessa accusa rivolta dai giornalisti del Corriere alla Rcs. Corriere che ha scioperato sabato scorso. Ora tocca a Repubblica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.