Il M5S vuol cacciare i tecnici del Tesoro. Prima di tutti il Ragioniere dello Stato

Dal M5S accuse molto dure contro il Ragioniere dello Stato, Daniele Franco: "Oppone resistenze alla legge di bilancio"

Il M5S vuol cacciare i tecnici del Tesoro. Prima di tutti il Ragioniere dello Stato

Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, per ora resta al suo posto. Il M5S l'ha assediato, facendogli arrivare alcuni "avvertimenti" abbastanza chiari (le promesse vanno mantenute, si può fare un po' di debito). Quello più duro, Luigi Di Maio, ha detto chiaro e tondo che il reddito di cittadinanza nel 2019 va fatto. E lo stesso ha ribadito il premier Conte. Con un responsabile dell'Economia che, a ben vedere, sembra inamovibile, forte anche del pieno sostegno del Quirinale, ecco che il Movimento 5 Stelle sembra voler cambiare strategia. "Curare" non Tria direttamente ma alcuni dei tecnici (dirigenti del ministero, funzionari ed esperti) che lavorano per lui. L'obiettivo dei grillini, come scrive La Stampa, è la "tecnostruttura"

E ci sarebbe già un nome da tenere sotto stretta osservazione: è quello di Daniele Franco. Non un nome a caso, si tratta del "Ragioniere dello Stato", nelle cui mani passa il bilancio di previsione e il rendiconto generale dello Stato. Insomma, la persona che cura la contabilità dello Stato e deve vigilare sulle uscite. I grillini vorrebbero che tutto passasse da Laura Castelli, viceministro all'Economia e fedele a Di Maio. Il problema, però, è la comunicazione (assente), con riunioni disertate e mancanza di chiarimenti. Qualcuno accusa Franco persino di essersi "negato ai tavoli" e del fatto di non aver condiviso le prime bozze sulla legge di Stabilità.

Ma è in arrivo la contromossa del M5S, già preannunciata da Di Maio, con l'assenso di Conte. Franco dovrebbe essere sostituito (nel 2019). Il problema, però, non si limita a lui, ci sono anche altre persone di cui il Movimento 5 Stelle si fida poco. La Stampa cita i nomi di Francesca Quadri e Glauco Zaccardi, dell’ufficio legislativo del ministero del Tesoro, oltre a Roberto Garofali, capo di gabinetto (riconfermato da Tria), che poche settimane fa si è già scontrato con Lega e M5S.

Per fare le riforme e mantenerele promesse fatte servono soldi. Questo è poco ma sicuro.

Il viceministro Laura Castelli ha già lanciato l'allarme: "All’1,6 per cento (deficit, ndr) il governo non può fare nulla". Il sottosegretario Giancarlo Giorgetti intanto prova a mediare: "Si può arrivare anche allo sforamento del 2%". Vedremo come andrà a finire. Il braccio di ferro continua...

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