Economia

Macchine per calzature e pelle, made in Italy a tutto export

Le tecnologie made in Italy contnuano a crescere: nal 2016 fatturato +7,2% a quota 625 mlioni di euro, il 75% per le esportazioni. Balzo del 38,4% delle vendite estere sono cresciute del 38,4%. La presidente di Assomac, Gabriella Marchioni Bocca: "Ora puntiamo sull'industria 4.0"

Macchine per calzature e pelle, made in Italy a tutto export

L’industria delle macchine per calzature, pelletteria e conceria made in Italy, nonostante il rallentamento della crescita del commercio mondiale si rafforza sui mercati. Il 2016 è stato un anno positivo come confermano i dati presentati all’assemblea annuale di Assomac. Le elaborazioni dell’Ufficio Studi dell’Associazione nazionale costruttori tecnologie per calzature, pelletteria e conceria, parlano chiaro: nel 2016 il fatturato ha messo a segno un ulteriore +7,2% rispetto all’anno precedente, raggiungendo 625 milioni di euro. A trainare le vendite sono soprattutto le esportazioni (circa il 75% del fatturato) con quasi 467 milioni di euro (+8,2% rispetto al 2015) a fronte di un import di poco più di 33 milioni di euro, portando così il saldo commerciale del settore a oltre 433 milioni di euro di entrate nette.

“Se possiamo prenderci un merito - dice Gabriella Marchioni Bocca, presidente di Assomac - è il fatto che, nonostante l’incertezza, il nostro settore ha saputo mantenere le posizioni. A fronte di un commercio mondiale che vede ridurre il suo ritmo di crescita, le macchine per calzature, pelletteria e conceria hanno fatto registrare tassi significativamente positivi in tutti i comparti. È il segnale della nostra competitività ma anche di un cambiamento strutturale nei mercati che dobbiamo essere capaci di cavalcare”.

“La nostra crescita è stata un percorso a ostacoli rispetto alle difficoltà che oggi i mercanti pongono ma il trend positivo è chiaro ormai da un quinquennio – prosegue la presidente di Assomac -. Rispetto al 2012, ultimo anno in cui le nostre esportazioni sono diminuite per effetto della crisi internazionale, le vendite estere sono cresciute del 38,4%, un recupero considerevole se pensiamo ai tassi di crescita delle nostre economie occidentali e in particolare dell’economia italiana. E quest’anno la crescita è pressoché generalizzata e interessa quasi tutti i comparti e quasi tutte le aree mercato”.

I due principali comparti, quello delle macchine per conceria e quello delle macchine per calzature tradizionali, hanno visto crescere le esportazioni rispettivamente del 9,4% e del 2,1%, mentre le macchine per pelletteria hanno subìto un importante incremento, dovuto ad alcune specifiche commesse. Solo le macchine per calzature in sintetico (gomma e sportive) hanno registrato una frenata, compensata però dagli altri comparti.

I dati dell’export mostrano che anche nel 2016 l’Asia rimane il punto di riferimento. Prima area di mercato con l’assorbimento del 40,2% delle esportazioni italiane nelle macchine per conceria, prima area di mercato con il 40,1% delle macchine per pelletteria (su quest’ultimo comparto, in un solo anno, le esportazioni verso l’Asia sono quasi triplicate) e seconda area mercato con il 28,8% nelle macchine per calzature tradizionali. Anche in tutti e tre i principali comparti le esportazioni italiane verso Europa Orientale e Europa Occidentale sono cresciute e spesso a due cifre. Positivo il trend delle esportazioni verso il Centro-Nord America, mentre in generale si è rilevato un ridimensionamento dell’export verso il Sud America con la sola eccezione delle macchine per pelletteria.

“L’industria 4.0 non è semplicemente uno slogan – conclude Gabriella Marchioni Bocca. - I Paesi europei, gli Stati Uniti e alcuni Paesi dell’America Latina stanno investendo in nuova conoscenza prima ancora che in nuovi macchinari e anche Assomac si sta impegnando in progetti di questo tipo al servizio delle proprie aziende associate, anche attraverso il coinvolgimento della filiera. Questo cambio di prospettiva ci offre una possibilità unica: aiutare l’industria manifatturiera a ripensarsi e per fare questo dobbiamo sempre di più essere alla frontiera tecnologica, cambiare il nostro modo di pensare, sfidarci a essere creativi nella tecnologia così come nella nostra proposta commerciale, senza illuderci che questi possano continuare se non saremo capaci di interpretare la velocità del cambiamento. Le imprese stanno investendo in nuova tecnologia anche in quei Paesi in cui l’industria manifatturiera era in corso di dismissione, ma che oggi ritorna ad essere fondamentale per la velocità di risposta al mercato, l’agilità nella gestione dei piccoli volumi di produzione e la personalizzazione del prodotto”.

L'assemblea è stata anche l'occasione per presentare l'iniziativa Targa Verde che ha l'obbiettivo di promuovere la sostenibilità nel settore delle tecnologie: un percorso volontario che si concretizza in uno strumento a disposizione degli associati, elemento identificativo utile a comprovare al cliente finale i parametri di efficienza, riduzione dell’impatto ambientale e sicurezza operativa delle tecnologie prodotte.

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