Il secondo investitore tipo è quello che denota una maggiore propensione al rischio in virtù del suo ottimismo per i prossimi mesi. Quali sono i punti fermi delle sue convinzioni? In Europa dovrebbe prendere corpo una maggiore consapevolezza dei problemi del lavoro e della crescita e i politici di concerto con la Bce dovrebbero quindi assicurare maggiore sostegno alle imprese. Negli Stati Uniti la Fed ridurrà solo di misura il suo programma di aiuti all'economia e lo stesso farà anche la Banca del Giappone, garantendo così liquidità a basso costo ai grandi investitori internazionali.
Un contesto di questa natura favorirebbe la ripresa degli indici azionari e un calo ulteriore dei tassi di interesse dei titoli di Stato italiani. Ne deriva che il portafoglio consigliato per questa tipologia di investitore sia per metà esposto in azioni e per l'altra metà al reddito fisso. Quest'ultima dovrebbe contemplare un 25% di Btp quinquennali triennali, un 20% di Btp decennali e un 5% in liquidità: con un ribasso dei tassi di interesse sui titoli del debito pubblico italiano di mezzo punto percentuale (meno 0,50%), il guadagno ammonterebbe al 2,8%, metà del quale grazie alle cedole e un altro 1,4% per effetto della rivalutazione dei prezzi dei Btp in portafoglio. La quota impiegata in Borsa, invece, dovrebbe essere per il 25% in fondi (o Etf) azionari area euro, per il 10% in fondi (o Etf) azionari Usa e per il 15% in fondi (o Eft) in azionari Paesi emergenti. Questo segmento del portafoglio potrebbe garantire nei 12 mesi una performance superiore al 4%. L'intero portafoglio bilanciato finirebbe con l'offrire complessivamente circa il 7% nei prossimi 12 mesi.
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